Il primo film da regista di Michela Andreozzi, Nove lune e mezza, è una commedia con una forte impronta femminile, giustificata dal chiaro intento dell’autrice di raccontare un mondo – quello delle donne – tra desiderio di materinità e realizzazione personale e professionale. Andreozzi, anche sceneggiatrice insieme a Alessia Crocini e Fabio Morici, porta al cinema la storia di due sorelle diametralmente opposte, a partire dall’abbigliamento, fino alla scelta dei propri uomini, ma soprattutto nelle scelte di vita. Livia, interpretata da Claudia Gerini, è una violoncellista dall’animo libero e indipendente, Tina, interpretata proprio da Michela Andreozzi, è una donna introversa e insicura, con un unico desiderio nella vita, avere un figlio. Un desiderio che la condiziona da sempre, proprio perchè irrealizzabile. Tina non riesce a rimanere incinta; al contrario della sorella, che ha deciso di non avere figli anche se con tutti i requisiti necessari per concepire. Con l’aiuto di un ginecologo piuttosto sensibile al problema (Stefano Fresi) e il beneplacito dei rispettivi mariti (Giorgio Pasotti e Lillo Petrolo), Livia decide di portare avanti una gravidanza al posto della sorella e regarargli così il figlio che ha sempre desiderato. In nove mesi Livia dovrà nascondere di essere incinta, sostenuta soltanto da Tina, che fingerà invece il contrario, tenendo tutti all’oscuro, famiglia compresa.
Nove lune e mezza non racconta solo il desiderio, o meno, della maternità,condizionato dalla vita lavorativa e sentimentale a cui è sottoposta una donna, ma anche tutto quello che significa portare avanti una gravidanza. A partire dalla condizione fisica, o alla pressione psicologica a cui le donne sono sottoposte, ma soprattutto il significato che oggi diamo al ruolo di madre e, soprattutto, che tipo di significato diamo alla decisione di non esserlo.
La regista trova le coordinate giuste per raccontare questi temi con una commedia divertente e, a volte, spensierata, senza mai perdere di vista il suo obiettivo principale. Un modo di fare commedia che in Italia sta trovando sempre più spazio a cui Michela Andreozzi aggiunge anche un punto di vista, quello femminile, che ha ancora bisogno di nuove voci, per questo speriamo trovi più spazio e più coraggio per raccontare le donne di oggi, si protagoniste del nostro cinema italiano, ma non ancora raccontate a sufficienza.