Da una factory come la Asylum, specializzata nella capacità di sfornare in tempo record mockbuster ispirati a contemporanei successo hollywoodiani, un titolo del genere ce lo saremmo aspettati nel 2011, ai tempi dell’uscita del Cappuccetto rosso sangue che vide protagonista Amanda Seyfried.
Invece, diretto dallo stesso Jared Cohn occupatosi, tra l’altro, dell’Atlantic rim messo in piedi per rispondere a basso costo al Pacific rim di Guillermo del Toro, Little red rotting hood è stato concepito soltanto nel 2016, rientrando tra le produzioni asylumiane ispirate ai personaggi delle fiabe, già comprendenti Avengers Grimm e Sinister squad.
Ne è protagonista la Bianca A. Santos di Ouija nei panni di una ragazza che, sbranata da un lupo e sotterrata da una nonna, riceve dalla stessa un magico rituale che la rende a quanto pare in grado di sconfiggere il male.
Un male che, appunto, si scopre presto essere rappresentato da lupi di cui la stessa, tornata dalla tomba, sembra riesca ad avvertire la voglia di sangue, la rabbia e la paura nei confronti della loro madre; man mano che diversi abitanti della cittadina d’ambientazione finiscono sbranati e che viene aperta anche una battuta di caccia mirata a bloccare la minaccia.
Minaccia che non si tarda ad apprendere appartenere ad una super razza, testimoniando lo sguardo rivolto verso l’idea di fondo del franchise Underworld, dal quale, però, non viene ripresa l’alta spettacolarità per ovvi motivi di budget.
Infatti, all’interno di questa sorta di rivisitazione licantropesca del tenore alla base delle storie raccontate nel popolare telefilm Buffy l’ammazzavampiri sono veri e propri lupi mannari, in realtà, i mostri da sconfiggere e che, in più di un’occasione concepiti digitalmente, vengono fronteggiati anche da un deputato e uno sceriffo rispettivamente con le fattezze del Patrick Muldoon di Starship troopers – Fanteria dello spazio e di Eric”Skyline”Balfour.
Fino alla battaglia finale di una bizzarria per serata tra amici in vena di divertimento dinanzi al piccolo schermo casalingo che viene distribuita su supporto dvd italiano da Dynit e Minerva pictures, come pure Night of the wild, altra squisitezza da collezione partorita dalla label di David Michael Latt.
Squisitezza che provvede a suscitare curiosità già a partire dal nome di colui che vi si trova al timone di regia: Eric Red, sceneggiatore di The hitcher – La lunga strada della paura e regista de Le strade della paura.
Cineasta non nuovo all’argomento fauci assassine – in quanto autore anche del werewolf movie Bad moon – Luna mortale – e che, di sicuro sulla scia di cult spazianti da Il branco di Robert Clouse a Dogs! – Questo cane uccide di Burt Brinckerhoff, in questo eco-vengeance televisivo datato 2015 si trova a mettere in scena l’improvvisa, sanguinaria ribellione dei cani nei confronti dell’umanità.
Ribellione dovuta all’effetto scaturito dalla caduta del meteorite che apre l’operazione e dal quale sembra essere immune soltanto un quadrupede sordo; mentre morsi al sangue che sembrano usciti direttamente dalla violenta cinematografia anni Settanta regalano la necessaria dose di splatter.
Ma è bene precisare che il fatto che dietro la macchina da presa si trovi un uomo di cinema appartenente alla vecchia scuola (pregio da non sottovalutare) s’intuisce fin da subito, soprattutto a causa della evidente scelta di ricorrere soltanto in minima parte alla computer grafica.
Un uomo di cinema che sfrutta al meglio i pochi mezzi a disposizione per poter concretizzare un autentico tour de force tra belve inferocite e cittadini che non lascia un momento di tregua; regalando oltretutto la lotta per la sopravvivenza attuata da una donna incinta ed un assedio in casa ai danni di una madre e della figlia.
Non a caso, a differenza di quanto avviene in quasi tutti i lavori appartenenti alla filmografia del marchio che ci ha regalato la saga Sharknado, qui sono presenti addirittura momenti di tensione e si tende tutt’altro che a filtrare l’horror attraverso l’ironia… per approdare alla inaspettata conclusione.