È arrivato il momento! Dopo una serie di collettive di successo, in cui il suo lavoro ha fatto sorridere (ha lo smile o no?), provocato, disturbato ma soprattutto è stato apprezzato per ricerca, stile, concetti, il progetto Easypop si mostra in tutta la sua forza creativa! E che forza! Paradossi, icone dell’immaginario, rimandi e omaggi alla storia dell’arte sono gli strumenti che consentono di generare letture multiple. E se nelle chiavi di lettura si celano domande e riflessioni che non sfuggono all’osservatore attento, allo stesso modo l’opera si “giustifica” da sola. E’ volontariamente evitato alcun intervento sull’immagine riproposta. Il progetto Easypop, spaziando tra pop art, dada e concettuale, travalicando dunque, steccati e codici ma invece piegandoli alle “necessità” dell’opera stessa, si propone come “medium” tra comunicazione, moda, estetica e dialettica. Dice del proprio lavoro, Roberto Mazzeo, mente del progetto :” Cos’è il progetto EASYPOP? Essenzialmente è un pensiero utopico, surreale, che vuole mettere in evidenza la banalità della realtà che viviamo ormai fatta di immagine e superficialità. Easypop ambisce lui stesso alla fama usando e abusando di immagini popolari per essere lui stesso il simbolo della superficialità. Il logo (scelto apposta banale “EASY”) inserito nelle tele sarà sempre più presente nelle opere future fino a diventare man mano il protagonista assoluto, perché è conscio che non è fondamentale, ormai, il contenuto dell’opera, ma l’immagine ossessiva e ripetuta per affermarsi.”
Di opera in opera, l’esposizione illustra le diverse tematiche che nel tempo hanno animato la ricerca artistica di Easypop, creando un ideale dibattito tra argomenti alti ed altri comunemente ritenuti più leggeri, in un percorso che dalla politica passa al manga per raccontare il nostro quotidiano. Articolato in sezioni tematiche, l’iter espositivo spazia, infatti, da lavori ispirati ai personaggi delle più note serie animate del cosiddetto Anime Boom ad altri nei quali la politica viene ripensata nei suoi simboli e soprattutto nei suoi volti. Dunque, da Jeeg Robot ad Angela Merkel. Grande attenzione è dedicata alla reinterpretazione del “mito” in un inusitato incontro tra forme classiche e figure dell’immaginario contemporaneo. Una sezione ad hoc è dedicata alle carte, in cui Easypop rilegge capolavori della storia dell’arte internazionale attraverso eroi ed eroine del patrimonio pop nipponico. A fare da trait d’union tra le opere, l’ironia, la voglia di non prendersi troppo sul serio e di non prendere troppo sul serio addirittura la realtà. Il risultato è un’immersione nel nostro immaginario, tra nostalgia e analisi, tesa a ricordare e rinnovare le passioni di ieri per restituire nuova freschezza ai soggetti e perfino allo sguardo. Un viaggio nel fantastico tra memoria e attualità, icone di ieri e di oggi, passioni dell’infanzia e riflessioni dell’età adulta, che inserisce il progetto Easypop nella più ampia rilettura del pop che sta interessando la scena artistica internazionale.
L’esordio solista di Easypop non poteva che avvenire al Red Factory; spazio di ultima concezione che si appresta a imporsi come la realtà più innovativa nell’alveo della comunicazione e cultura, della Capitale. Red Factory Roma è la fabbrica delle cose fatte bene. Un open loft dove nascono idee, si confrontano, si progettano e si realizzano. Un luogo condiviso, aperto, libero, con una filosofia ben precisa: fare rete, scoprire opportunità, conoscere, condividere, sperimentare.
Red Factory Roma nasce negli spazi di in una ex falegnameria alla Garbatella: qui, fino a qualche anno fa, c’erano artigiani che con macchine, seghe circolari, pialle e trapani lavoravano legno grezzo per trasformarlo in qualcosa di utile: porte, sedie, mobili.
Oggi, nei 200 mq dell’open loft, ci sono postazioni modulari di lavoro, aree riunioni, area relax e spazi mostre realizzati con oltre 2 tonnellate di tubi innocenti e legno.
Il progetto Easypop è curato da Pier Luigi Manieri e Valeria Arnaldi
Red Factory
Vernissage 18 maggio
fino al 4 giugno