Gold – La grande truffa è attualmente disponibile su Sky, Tim Vision e Infinity.
Stephen Gaghan, si sa, è il regista della satira politica ed economica per antonomasia. Dopo il successo di Syriana e la redazione della sceneggiatura di Traffic, l’eclettico artista torna in cabina di regia per raccontare la vera storia dell’imprenditore minerario Kenny Wells divenuto miliardario grazie a una miniera d’oro trovata in Indonesia. Supportato dagli sceneggiatori Patrick Massett e John Zinman (entrambi noti per Lara Croft: Tomb Raider), firma Gold la grande truffa, una pellicola avvincente seppur funambolica, perennemente combattuta tra l’insaziabile brama di potere e l’inesorabile corruzione del corpo e dell’anima.
Un insolito Matthew McConaughey sposa quindi l’impresa titanica ed espone il suo corpo scultoreo a una decadenza immonda e depravata che riflette epidermicamente la barbarie selvaggia in cui vive e con cui convive. Il suo fiuto per gli affari lo porta tra le braccia del geologo avventuriero Edgar Ramirez, un Indiana Jones dal fascino ispanico ed esotico che lo conduce direttamente a scoprire la miniera d’oro più grande del mondo.
Senza sogni, cosa ci rimarrebbe?
I due uomini sono completamenti diversi ma, proprio per questo motivo, riescono a compiere un’impresa talmente difficile da essere reputata da tutti impossibile. Prima trovano il capitale necessario ad avviare i lavori e a comprare i permessi dal governo indonesiano, poi iniziano ad elargire costantemente favoritismi per mantenere il monopolio del progetto. Combattono ogni giorno, instancabilmente, contro morbi, malattie, maldicenze e obiezioni (di coscienza) ma, alla fine, vincono.
Ramirez si gode il successo, McConaughey un po’ meno. Nonostante i litri di birra e whisky che iniziano a scorrergli nelle vene, infatti, l’uomo non si lascia corrompere facilmente dal denaro, né dal potere e dal prestigio acquisiti. Rimane sempre fedele ai suoi ideali, li difende a viso aperto e li raggiunge contro ogni aspettativa logica. È un idealista, certo, ma non è uno sprovveduto: riesce a salvaguardare la sua reputazione e a scendere a compromessi, senza compromettersi. Non idolatra l’oro, non si circonda di lusso sfrenato, non si atteggia a nuovo magnate americano. Rimane semplicemente l’uomo che era prima del colpo di fortuna: il pantofolaio di casa, il fidanzato fedele, il sognatore incallito. Anche perché, lo dice chiaramente: “Senza sogni, cosa ci rimarrebbe?”.