Sinossi: Nominato agli Oscar per Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Migliore attrice non protagonista, Il diritto di contare racconta la storia vera e sconosciuta di un gruppo di brillanti donne che, puntando alle stelle, hanno cambiato in meglio le fondamenta del loro paese. Katherine G. Johnson (Taraji P. Henson), Dorothy Vaughan (Octavia Spencer) e Mary Jackson (Janelle Moná) sono le tre “figure nascoste” della NASA che collaborarono alla vittoria americana nella corsa allo spazio contro i rivali dell’Unione Sovietica e, al tempo stesso, contribuirono al riconoscimento della parità di diritti e opportunità fino allora negate.
Recensione: Nonostante la traduzione italiana un po’ “scontata” del titolo originale Hidden figures, vi consigliamo di non perdere questo nuovo film del giovane Theodore Melfi, già distintosi nel precedente St. Vincent per un autentico interesse alle condizioni di vita delle persone disagiate.
Qui il regista statunitense, partendo da un contesto in cui entrano in collisione la Guerra Fredda, la corsa allo spazio, le leggi di segregazione Jim Crow negli stati del sud e il nascente movimento per i diritti civili, realizza un eccellente lavoro che va molto al di là della sola discriminazione delle donne di colore negli anni ’60 e riesce a raccontare una storia universale capace di coinvolgere tutti e tutte contro ogni genere di discriminazione.
Basti menzionare l’attualità del messaggio per il mondo odierno, ove la mente umana è sempre più discriminata a favore della tecnologia robotica, magistralmente racchiusa nelle ultime trepidanti parole che Melfi fa dire a John Glenn prima della partenza per lo spazio: “E’ difficile fidarsi di qualcuno che non puoi guardare negli occhi”… La fortuna dell’astronauta è che alla NASA c’è ancora una donna in grado di fare i calcoli a mano sulla lavagna, ma non vogliamo svelarvi altro della trama.
Oltre alla presenza di interpreti del calibro di Kevin Kostner e Kirsten Dunst nei ruoli dei capi-ufficio a dimostrazione di quanto sia importante la leadership per la collaborazione armonica nei contesti lavorativi, la regia tutta al servizio della narrazione di Melfi ha potuto contare sulla collaborazione del direttore della fotografia Mandy Walker (Australia), dello scenografo Wynn Thomas (A beautiful mind) e della costumista Renée Erlich Kalfus (Chocolat). Concludiamo con un consiglio un tantino ironico a chi deve affrontare le sfide nel mondo attuale, dalle parole di Katherine G. Johnson: “Attenetevi al problema. Qualunque esso sia, c’è sempre una soluzione. Una donna può risolverlo e anche un uomo può farlo… se gli concedete più tempo”.