Prima si è conquistato il premio Pasinetti per il miglior film e una menzione speciale attribuita alle giovani protagoniste Angela e Marianna Fontana (sorelle gemelle) presso la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2016, poi è stato distribuito nelle sale da Medusa, portandoci a conoscenza della commovente vicenda delle due sorelle siamesi i cui nomi intendono essere un dichiarato omaggio alle Viola e Dasy viste nel travagliatissimo super classico dell’horror (e non solo) Freaks, diretto nel lontano 1932 da Tod Browning.
Le Viola e Dasy che garantiscono grazie alle loro esibizioni il necessario alla sopravvivenza a tutta la famiglia, cantano durante matrimoni e feste in Indivisibili, terzo lungometraggio a firma del napoletano Edoardo De Angelis che, dopo il debutto avvenuto nel 2011 grazie alla commedia in salsa pulp Mozzarella stories, è tornato tre anni più tardi dietro la macchina da presa per occuparsi di Perez., acclamato noir dal forte respiro internazionale interpretato da Luca Zingaretti.
Lungometraggio che, sostituendo la cupa e grigia ambientazione a base di grattacieli – che aveva caratterizzato quest’ultima fatica – con una zona costiera autunnale della Campania, si costruisce su uno script curato dal regista stesso insieme alla Barbara Petronio che già lo aveva affiancato nella scrittura del suo citato esordio ed al Nicola Guaglianone che è stato tra gli sceneggiatori del chiacchieratissimo Lo chiamavano Jeeg robot di Gabriele Mainetti; dal quale, tra l’altro, proviene anche la vincitrice del David di Donatello Antonia Truppo, qui impegnata a fare da genitrice alle due ragazze in compagnia di Toni”Mia madre”Laudadio.
Soltanto due degli elementi destinati a costituire l’ottimo cast, comprendente anche il mai disprezzabile Peppe Servillo nei panni del dottor Fasano che, proprio nel corso di una delle tante esibizioni canore di Viola e Dasy, rivela esistere un metodo per poterle dividere e garantire loro una esistenza che le renda l’una indipendente dall’altra.
Perché, se già nella sequenza d’apertura della masturbazione apprendiamo immediatamente la tragica situazione che porta le due, in maniera obbligatoria, a condividere piaceri e dolori, con l’avanzare dei fotogrammi emerge sempre più lo stato di due diverse personalità costrette a trovarsi in un unico corpo.
Stato che, dinanzi alla notizia della possibilità di una soluzione, le conduce inevitabilmente a fuggire di casa per potersi procurare il denaro necessario alla paga del delicato intervento; nei confronti del quale, invece, sono contrari i familiari, che vedrebbero di conseguenza svanire la loro principale fonte di guadagno una volta trasformata in normalità quella tanto redditizia diversità.
Man mano che una colonna sonora a cura di Enzo Avitabile – ma con incluse le canzoni Indivisibili e Drin drin di Riccardo Ceres – accompagna la circa ora e quaranta di visione che, nell’affrontare una tematica già posta, tra l’altro, al centro di Inseparabili di David Cronenberg e nella commedia farrelliana Fratelli per la pelle, coinvolge anche Gaetano Bruno nel ruolo del viscido impresario musicale che porta il nome di Marco Ferreri (proprio come il cineasta lombardo che non mancò di trattare grottesche vicende analoghe nei suoi film).
Circa ora e quaranta di visione tendente a privilegiare l’uso del pianosequenza in modo da ricondurre perennemente alla realtà lo spettatore e che, quasi totalmente sottotitolata in quanto parlata in napoletano stretto, approda ad un tutt’altro che banale epilogo lasciando anche intuire un certo sottotesto morale.
Con un backstage di venticinque minuti e il trailer nella sezione riservata ai contenuti speciali, è Warner a renderla disponibile su supporto dvd.
Francesco Lomuscio