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Crazy for football | La conferenza stampa

Presentato alla Festa del cinema di Roma, Crazy for football di Volfango De Biasi esce nei cinema il 23 febbraio (con un’uscita speciale il 20 febbraio nelle 45 sale del circuito UNICI). Un documentario prodotto da Rai Cinema e Skydencers e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, racconta il viaggio della prima nazionale italiana di calcio a concorrere ai mondali per pazienti psichiatrici in Giappone.

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Presentato alla Festa del cinema di Roma, Crazy for football di Volfango De Biasi esce nei cinema il 23 febbraio (con un’uscita speciale il 20 febbraio nelle 45 sale del circuito UNICI). Un documentario prodotto da Rai Cinema e Skydencers e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, racconta il viaggio della prima nazionale italiana di calcio a concorrere ai mondali per pazienti psichiatrici in Giappone. Invitati a presentare il film in conferenza stampa, l’allenatore Enrico Zanchini, il preparatore atletico Vicenzo Cantatore e lo psichiatra Santo Rullo, hanno ricordato con affetto l’esperienza vissuta insieme ai ragazzi in terapia. L’obiettivo della squadra è partecipare anche ai prossimi mondiale del 2018 a Roma, un’occasione unica per aprire una breccia nel muro di disinformazione e stigma che circola in Italia su questo mondo.

Nel 2004 De Biasi realizza Matti per il calcio, un piccolo documentario autoprodotto insieme a Francesco Trento, ispirato agli esperimenti condotti dal dottor Sandro Rullo, Presidente dell’Associazione Italiana di Psichiatria Sociale, per il reinserimento sociale dei pazienti con disturbi psichiatrici attraverso lo sport e il calcio. I risultati, basati sull’esperienza di una trentina di squadre, spesso allenate dai loro medici, erano incoraggianti: la percentuale di ricoveri, soprattutto, si abbassava drasticamente. “Un documentario che abbiamo realizzato con un budget molto ridotto” – spiega il regista – “ma ha avuto un successo tale da fare il giro del mondo”. Un successo che ha convinto gli psichiatri di tutto il mondo sull’importanza dello sport nella riabilitazione psichiatrica. Così dalle 30-40 squadre esistenti, in dieci anni si è passati a migliaia di squadre formate da pazienti psichiatrici nei cinque continenti, con un campionato chiamato spesso “Matti per il calcio”. Il Giappone, oggi all’avanguardia in questo studio con 600 squadre tutte finanziate da società sportive di serie A, ha ospitato il campionato mondiale a Osaka, invitando l’Italia a partecipare. Crazy for football, diretto da Volfango De Biasi, racconta il viaggio in Giappone della prima nazionale italiana di calcio formata da pazienti con disturbi mentali.

“Siamo riusciti in pochissimo tempo a formare un gruppo e una squadra capace di creare un suo gioco.” Racconta l’allenatore della squadra Enrico Zanchini; un lavoro che porta avanti da allora. Gianni Rivera, invitato a presentare il film, coglie l’occasione per commentare l’ottimo lavoro realizzato dall’allenatore nel preparare la squadra: “si è comportato da vero allenatore, gli ha trattati come fossero veri calciatori e ha ottenuti ottimi risultati. La cosa più bella è stata vedere come il gioco di squadra e il miglioramento di una tecnica individuale ha cambiato la vita di questi ragazzi”.

Il dottor Rullo, psichiatra e ispiratore del progetto, ammette che l’idea di formare una squadra e partecipare ad un mondiale era folle: “l’esperienza di Crazy for football ha sovvertito il corso della storia di 12 persone che sono state chiamate dal destino a lasciare temporaneamente le loro realtà di cura per entrare in un sogno, quello di vestire la maglia della nazionale di calcio e rappresentare l’Italia in un Campionato del Mondo. È stata un’esperienza emozionante, coinvolgente, grottesca, epica, piena di difficoltà e di ostacoli, divertente e angosciante, in una parola folle.” Lo sport ha inoltre aiutato i pazienti a ridurre l’utilizzo di farmaci: “l’esercizio fisico complesso nutre la nostra mente di dopamina e serotonina, queste sostanze vengono distrutte da forti stress emotivi e che, nei pazienti psichici, è necessario reintegrare con trattamenti farmacologici” – spiega lo psichiatra Sandro Rullo – “lo sport aiutava ad integrare queste sostanze e a ridurre il trattamento farmacologico”.

A sottolineare l’importanza di questo esperimento è la presenza in sala di uno dei membri della squadra, Ruggero, oggi uscito dalla riabilitazione grazie all’esperienza vissuta con la maglia della nazionale italiana.

Crazy for football è in un certo senso il mio personalissimo film di natale” – conclude il regista Volfango De Biasi – “racconta buoni intenti che pur tra tante difficoltà riescono a realizzarsi”.

Alessio Paolesse

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