Billy Lynn – Un Giorno da eroe è la cruda trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Ben Fountain. Girata in 4K a 120 fotogrammi al secondo e diretta in 3D da Ang Lee, la pellicola è distribuita da Warner Bros. Pictures Italia e disponibile nelle sale cinematografiche dal 2 Febbraio 2017.
Sinossi: Dopo aver terminato una delicata operazione militare in Iraq, i soldati della Squadra Bravo tornano a casa per il giorno del Ringraziamento. Nel tentativo di salvare il Sergente Breen (Vin Diesel), il diciannovenne Billy Lynn (Joe Alwyn) ha rischiato la vita in uno scontro corpo a corpo ed è stato accidentalmente filmato da un video reporter locale. Divenuto, subito, un eroe nazionale, il ragazzo viene invitato a vendere a basso prezzo i diritti della sua storia per trasformarla in un film commerciale. Mentre la vita di ogni americano, però, continua a scorrere come se niente fosse accaduto, i ragazzi mostrano ancora le ferite di guerra e il timore di rivelare la propria, umana, fragilità.
Recensione: Non è mai facile realizzare la trasposizione cinematografica di un romanzo di successo, specialmente quando, dopo averlo letto, si comincia a sentirlo parte di sé. Il regista Ang Lee aveva già sperimentato la questione con Vita di Pi, un volume poetico e intimista che, pagina dopo pagina, aveva iniziato a sentir scorrere nelle vene avendo i brividi a fior di pelle. La piacevole esperienza lo ha successivamente condotto ad avvicinarsi a Billy Lynn, crudo romanzo d’azione di Ben Fountain che mostra la violenza della guerra attraverso gli occhi del protagonista, un giovane ragazzo come tanti: timido, insicuro e profondamente legato alla famiglia. Si arruola nell’esercito per evitare una condanna, diventa uomo prima del tempo e sfiora la morte quasi per miracolo. Si ritrova inconsapevolmente ad essere proclamato “eroe” e a ottenere medaglie al valore per aver tentato di salvare la vita al suo mentore. Tornato momentaneamente alla vita normale, Billy porta ancora i segni della guerra, cicatrici sul corpo e nell’anima che non accennano a rimarginarsi ma, piuttosto, ostentano il dolore mai sopito.
Ang Lee combatte le battaglie quotidiane insieme al suo giovane eroe e lo assiste nella sua trincea psicologica che lo schiaffeggia costantemente in pieno viso, mostrandogli le futilità degli stereotipi americani contemporanei. Utilizzando, dunque, una retorica ambigua che trae profitto direttamente dalla spettacolarizzazione della vita, egli gira la pellicola tridimensionale in 4K a 120 fotogrammi al secondo, portando lo spettatore a sposare il livello diegetico dello stesso personaggio. Intrappolato dunque nella sinusoide pirotecnica delle azioni, il pubblico non può fare a meno di condividere le esasperate soggettive acustiche e visive scaturite dai suoi ricordi e dai suoi incubi, provando, contemporaneamente, stordimento, paura e orgoglio. Assetato di vita, quindi, Billy Lynn si rivela un’avanguardistica operazione chirurgica, capace di oltrepassare qualsiasi canone e convenzione per divenire portavoce di un vero e proprio esperimento sui generis e ante litteram.
Martina Calcabrini