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Christine Cristina

“Cristina è stata l’unica poetessa che riuscì, nel trecento, a guadagnarsi da vivere scrivendo poesie e trattati graditi in ambiente cortese”.

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Per Simone de Beauvoir Cristina da Pizzano è stata una delle poche voci femminili ad aver impresso un segno profondo nella letteratura, meritevole di essere ricordata come una delle figure più importanti del Trecento. Donna fuori dal comune, italiana d’origine ma francese d’adozione, Cristina è stata infatti l’unica poetessa che riuscì in quel periodo storico, caratterizzato da un’imperante maschilismo, a guadagnarsi da vivere scrivendo poesie e trattati graditi in ambiente cortese. Dialogò con i più importanti intellettuali del suo tempo e prese la parola per contrastare la diffusa misoginia, muovendosi sempre con prudenza e misura, ma anche con sagacia e decisione in difesa della pace per indurre al riconoscimento della dignità delle donne. Arrivò a conquistarsi grande fama internazionale, ma dopo la morte la sua letteratura è stata dimenticata o quasi.

Ci ha pensato ovviamente un’altra donna, Stefania Sandrelli, con Christine Cristina, a ricordare la figura di questo personaggio esemplare, ripercorrendo le tappe della sua vita e raccontando la sua storia.

Christine (Amanda Sandrelli), rimasta vedova a causa degli scontri tra Armagnacchi e Borgognoni, si ritrova sola a crescere due figli senza l’aiuto economico né la protezione di alcuno. Trova ospitalità solo in Thérèse (Paola Tiziana Cruciani), una ex governante che vive in una barca ancorata lungo il fiume con il marito, e il menestrello Charleton (Alessandro Haber)  con il quale inizia a comporre versi. Grazie anche all’aiuto del prelato Jean de Gerson (Alessio Boni), Christine pubblica le sue opere, dedicate alle cose semplici, vicine ai deboli e alle donne e totalmente in contrasto con la poetica accademica, artificiosa e ampollosa dell’arrogante Gontier (Stefano Molinari), riuscendo a fare dell’ardore della sua penna il proprio mestiere.

Coraggiosa, determinata, caparbia, intelligente. Questa donna dimostra di essere un perfetto soggetto cinematografico, ma nella pellicola Sandrelli, colpa forse anche l’inesperienza, non riesce ad imprimerle quella carica rivoluzionaria e quello spirito sovversivo assolutamente fondamentali. Chiamando a raccolta l’intera famiglia, a cominciare dal compagno che ha fatto da co-regista, per finire alla figlia e al genero, la vita di Cristina qui raccontata pare essere una specie di bella favola a lieto fine, dove le lotte e la difficila strada verso la realizzazione vengono omesse o narrate di sfuggita, quasi a non voler rovinare l’incanto. L’intento di fare di questa poetessa una figura emblematica in contrapposizione alla logica del poeta cortese, assoggettato ai voleri dei signori, poteva essere un’idea molto interessante e meritava sicuramente un po’ più di coraggio da parte della regista. Tutto sfuma in un’atmosfera pacata e politically correct dove purtroppo il poetico si confonde con il prosaico.

Alessandra Agapiti

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