Ultimi giorni (fino al 4 settembre 2016) per godere di una mostra interessante dedicata alle sculture giapponesi di ambito religioso. Grandi immagini che colpiscono per la loro solenne e icastica comunicazione.
Le statue in legno, molto vivaci ed espressive, oppure immobili e inquietanti nella loro fissità, conquistano il mondo occidentale, con le loro similitudini e le loro diversità rispetto ai linguaggi scultorei occidentali a noi più noti. Il mondo buddista confina però, dal punto di vista iconografico, anche con le grandi culture antiche, in particolare con l’Egitto che in qualche modo sembra contenere sentimenti e iconografie analoghe o parallele.
La particolarità della mostra è che, l’atmosfera esoterica e religiosa è molto forte nelle sale delle Scuderie del Quirinale, dove con un adeguato allestimento sono esposte più di trenta immagini, soprattutto del Buddha. Opere mai esposte in Italia e che vanno dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333); spesso provenienti da templi e santuari o provenienti da collezioni di grandi musei nazionali. La scultura buddhista, insieme alla scrittura e agli insegnamenti buddhisti, fu introdotta in Giappone dalla Cina, attraverso la penisola coreana, tra il VI e il VII secolo; a partire dal X secolo conobbe uno sviluppo sempre più originale rispetto ai modelli continentali, sia nei temi che nelle forme, trovando il suo culmine nell’arte del tardo periodo Heian (794-1185), l’epoca della corte imperiale di Kyoto, che esaltò la grazia come supremo valore espressivo utilizzando il legno come materia prima.
Un incontro da non perdere con il sorriso enigmatico del Buddha e la vita vivace del bodhisattava.
Alessandra Cesselon