Fantozzi è un film del 1975 diretto da Luciano Salce. È il capostipite della saga con protagonista il ragionier Ugo Fantozzi, ideato e interpretato da Paolo Villaggio. L’opera adatta alcuni dei racconti inclusi nei due best seller scritti da Villaggio, l’omonimo Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi. Uscito nei cinema il 27 marzo 1975, nel 2008 Fantozzi è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare. Per la sua interpretazione nel film, Anna Mazzamauro fu candidata per il Nastro d’argento alla migliore attrice non protagonista ai Nastri d’argento 1976.
La sceneggiatura utilizza i racconti di Villaggio in vari modi; se alcuni di essi vengono adattati molto fedelmente (è il caso ad esempio di “Una partita di biliardo”), altri presentano invece fondamentali modifiche o vengono usati solo come traccia. La differenza più evidente con le fonti letterarie è tuttavia la sostituzione del personaggio di Giandomenico Fracchia (anch’egli interpretato in TV dallo stesso Villaggio) con quello del ragionier Filini. Nei racconti d’origine, infatti, Filini è solo uno dei tanti colleghi “minori” di Fantozzi, mentre il compagno di sventure del ragioniere è sempre Fracchia. Altra importante differenza è costituita dai paesi di ambientazione. Nelle fonti letterarie, Fantozzi vive e lavora a Genova, mentre il racconto “Un errore clamoroso: una vacanza a Cortina d’Ampezzo” è ambientato appunto a Cortina. Il film invece è ambientato principalmente a Roma, mentre la vacanza di Fantozzi con la Silvani e Calboni avviene a Courmayeur.
Il secondo tragico Fantozzi è un film del 1976 diretto da Luciano Salce. È il secondo capitolo della saga incentrata sulle vicende dell’impiegato Ugo Fantozzi, ideato ed interpretato da Paolo Villaggio. Il film sembra quasi formare un continuum con il precedente, con il quale condivide in parte l’origine, vale a dire i libri Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi.
La corazzata Kotiomkin è il film (fittizio) ispirato parodisticamente a La corazzata Potëmkin, al centro di un episodio di culto dei film di Fantozzi. L’episodio de La corazzata Kotiomkin vuole essere satirico nei confronti di un certo pubblico radical chic intellettualistico e snob, che impone a se stesso e agli altri una cultura stereotipata seguendo schemi precostituiti. Non essendo possibile utilizzare scene originali de La corazzata Potëmkin di Sergej M. Ėjzenštejn, uno dei capolavori del cinema russo d’avanguardia, in fase di sceneggiatura si decise di farne una parodia; anche il nome del regista venne opportunamente modificato: Sergej M. Ėjzenštejn divenne “Serghei M. Einstein”. Per questo le scene della gradinata di Odessa visibili nel film furono girate dal regista Luciano Salce sulla Scalea Bruno Zevi, di fronte alla Galleria di arte moderna, e la pellicola venne “maltrattata” per ottenere un effetto di invecchiamento. Il famigerato “occhio della madre” è quello dell’attrice italiana Alba Maiolini. La colonna sonora è tratta dalla Promenade di Quadri da un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij. Inoltre il film russo non è lungo come si lascia intendere: per dare più credibilità all’esasperazione degli impiegati, La corazzata Kotiomkin è composta da ben diciotto interminabili bobine, quando in realtà La corazzata Potëmkin dura soltanto 75 minuti, e quindi meno dei 92 minuti di applausi ricevuti da Fantozzi per lo storico giudizio al termine dell’ultima proiezione. Quando, dopo la visione del film, gli impiegati vengono costretti a fare dei commenti, il geometra Calboni parla di montaggio analogico, tecnica di montaggio teorizzata da Ejzenštejn, anche detta montaggio delle attrazioni.