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X-Men: Apocalisse

X-Men: Apocalisse di Bryan Singer segna il passaggio materiale da un cinema emozionale al modo più ovvio e convenzionale che esista per raccontare una storia. Accade così che nell’ultimo film della saga dedicata ai mutanti i personaggi si attorciglino a spirale su se stessi, facendo emergere il loro vissuto personale già ampiamente sviscerato in altri episodi della saga

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Sinossi: Dopo migliaia di anni il micidiale mutante Apocalisse, venerato nell’antico Egitto alla stregua di un Dio, si sveglia dal suo letargo grazie all’intervento di un gruppo di fanatici religiosi. È il 1983. Una volta tornato tra noi, Apocalisse scopre con profondo disgusto quanto il mondo sia cambiato durante la sua assenza. Mosso dal desiderio di essere nuovamente temuto e rispettato dall’umanità, decide di reclutare una squadra di fedeli mutanti costituita da Magneto, Tempesta, Psylocke e Angelo. Ai quattro cavalieri dell’Apocalisse, il Professor X pensa di tener testa schierando i giovani X-Men Ciclope, Jean Grey, Nightcrawler e Quicksilver, capitanati da Mystica e Bestia.

Recensione: X-Men: Apocalisse di Bryan Singer segna il passaggio materiale da un cinema emozionale al modo più ovvio e convenzionale che esista per raccontare una storia. Accade così che nell’ultimo film della saga dedicata ai mutanti i personaggi si attorciglino a spirale su se stessi, facendo emergere il loro vissuto personale già ampiamente sviscerato in altri episodi della saga. Oramai, infatti, possiamo dire di possedere una certa confidenza emotiva con la personalità sfaccettata dell’antieroe Magneto. Al contrario, delle new entry il regista ci fornisce informazioni basilari, trattando Psylocke, Angel, Tempesta solo per citarne alcuni come blocchi di carne, incarnazione a una dimensione di sentimenti di rabbia e rifiuto. E, per completare il suo barbaro lavoro, Singer pensa bene di privarli anche della facoltà di proferir parola. Semmai riusciranno a trafiggere l’attenzione di qualcuno, sarà forse quella di un cosplayer attirato esclusivamente dalla sagoma dei loro vestiti scuri di latex.

Chi, vedendo l’ultimo trailer della pellicola, confida in un piccolo cameo di Hugh Jackman nei panni di Wolverine non rimarrà deluso, ma è poca cosa rispetto all’economia generale della pellicola. Com’era già avvenuto in Giorni di un futuro passato, il regista regala a Pietro/Quicksilver una sequenza ben riuscita al ritmo indiavolato di Sweet Dreams degli Eurythmics, l’unica in grado di rendere tollerabile il resto della visione. È da confutare la tesi che la colpa sia da attribuire agli attori anziché ai ruoli: almeno sotto questo punto di vista, Singer sceglie un cast di pregio, confermando ottimi interpreti tra cui Michael Fassbender, Jennifer Lawrence e James McAvoy, finalmente con il look classico del Professor Xavier.

Nell’ennesimo capitolo di un’epopea nata nel lontano 2000 la membrana cerebrale dello spettatore non è sollecitata da nuovi stimoli, poiché tutto è già stato mostrato ed esplicitato. Per questo, il rischio di deludere i fans è molto molto alto. Neppure il ricorso al super villain Apocalisse, immortale e potente come un dio, riesce a sconfessare un latente senso di delusione, specie quando si capisce che il cattivo di turno non possiede il carisma che dovrebbe contraddistinguere un essere cosmico, temuto in quanto flagello divino sulla Terra. D’altronde, già l’iniziale prologo ambientato in un antico Egitto ricostruito in puro stile Stargate non lascia supporre nulla di buono all’orizzonte.

Riguardo alla magniloquenza delle scene d’azione realizzate con un budget complessivo di 234 milioni di dollari, lo sfruttamento al massimo grado delle potenzialità del CGI produce risultati alquanto discontinui, che non valgono una sola coreografia tra stuntman di Captain America: Civil War.

Maria Cristina Caponi

  • Anno: 2016
  • Durata: 143'
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Genere: Fantascienza
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Bryan Singer
  • Data di uscita: 18-May-2016