Premiati alla Casa del Cinema di Roma i vincitori dei prestigiosi Nastri d’Argento, assegnati ogni anno dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.
Tre i vincitori dei Nastri d’Argento Doc 2016. Louisiana (The other side) di Roberto Minervini è un viaggio negli abissi più profondi dell’America di oggi. Proiettato in anteprima a Cannes nella sezione Un Certain Regard e girato in lingua inglese, è senz’ombra di dubbio testimonianza importante dello spessore del cinema italiano nel panorama internazionale: tra parentesi, e per restare in tema, Fuocoammare di Gianfranco Rosi – unico film italiano in concorso alla sessantaseiesima edizione della Berlinale e vincitore dell’Orso d’Oro – ha eccezionalmente conquistato (anche) il Nastro Speciale insieme a Ridendo e Scherzando, ritratto di un regista all’italiana di Paola e Silvia Scola, affettuoso omaggio in ricordo di Ettore Scola. Gli altri vincitori del Nastro d’Argento Doc sono Bella e perduta di Pietro Marcello, poetico viaggio nel tempo e nelle bellezze dell’Italia (del Sud) e Alfredo Bini ospite inatteso di Simone Isola, documentario che ripercorre una vita vissuta per il cinema: la vita, per l’appunto, del produttore cinematografico Alfredo Bini, il suo coraggio, e la sua fiducia inesauribile nel buon cinema, quello d’autore e di qualità. Fuocoammare a parte, i premiati sono tutti stati selezionati tra un centinaio di film usciti nel 2015 e divisi in due categorie: Temi del reale e Cinema, cultura, musica, teatro e spettacoli.
Un particolare riconoscimento è andato a tre film che hanno avvicinato il mondo del cinema a quello del giornalismo: Esuli: le guerre di Barbara Cupisti, Torn-Strappati di Alessandro Gassmann e 87 ore di Costanza Quatriglio. Premiati, poi, la cultura nel cinema con Firenze e gli Uffizi in 3D di Luca Viotto, la musica – in particolare il rap italiano – nel cinema con Street opera di Haider Rashid, e, soprattutto, la scienza e la sua divulgazione attraverso la forza comunicativa del cinema con il doc Astrosamantha – la donna dei record nello spazio di Gianluca Cerasola.
Una menzione speciale è andata, per gli Spettacoli e la Società, a Harry’s bar di Carlotta Cerquetti: racconto dello storico locale che, in Calle Vallaresso a Venezia, ha accolto ottant’anni di cultura diventando leggenda.
Immancabile l’attenzione a calde tematiche d’attualità. Con la menzione a Prima di tutto di Marco Simon Puccioni lo sguardo si è rivolto al dibattito sulle unioni civili attraverso il racconto del percorso di una coppia omosessuale alle prese con l’adozione e con la paternità.
Tris di riconoscimenti per Pier Paolo Pasolini: sono tre i documentari a lui dedicati che hanno ricevuto attenzione, Pasolini, il corpo e la voce di Maria Pia Ammirati, Paolo Marcellini e Arnaldo Colasanti, La voce di Pasolini di Matteo Cerami e Mario Sesti e Pasolini maestro corsaro di Emanuela Audisio.
Antonietta De Lillo e Gianfranco Pannone hanno ricevuto un premio per il loro impegno nel Cinema del Reale rispettivamente con Oggi insieme, domani anche e L’esercito più piccolo del mondo.
Infine, com’è consuetudine, sono stati omaggiati i veri protagonisti del cinema, gli attori: premiati Elio Pandolfi per A qualcuno piacerà (di Caterina Taricano e Claudio de Pasqualis) e Silvana Stefanini, protagonista di Mia madre fa l’attrice, un film girato dal figlio Mario Balsamo.