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Munsters, belle, bestie ed omogenitorialità in dvd

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Chi non ricorda The Munsters, la serie televisiva in bianco e nero che, trasmessa in Italia con il titolo I Mostri e andata per la prima volta in onda nel 1964 sul network statunitense CBS, rivaleggiò con la contemporanea La famiglia Addams, sulla quale puntò, invece, la ABC?
Chiaramente proletari, al contrario del famoso nucleo capeggiato dai possidenti Gomez e Morticia, erano, appunto, una combriccola di mostri residente in un sinistro maniero e capitanati dal padre proto-Frankenstein Herman De Mostri e dalla vampiresca madre Lily, rispettivamente incarnati dal Fred Gwayne rivisto anche tanti anni dopo nel kinghiano Cimitero vivente e dalla Yvonne De Carlo de La banda degli angeli.
Combriccola di cui facevano parte, inoltre, il figlio licantropo Eddie Wolfgang, la nipote Marilyn e un draculesco nonno, ovvero Butch Patrick, Pat Priest e Al Lewis.
La Priest sostituita, però, da Debbie Watson ne La dolce vita… non piace ai mostri, lungometraggio a colori che, diretto nel 1966 dallo specialista del piccolo schermo Earl Bellamy, li vide impegnati ad approdare in Inghilterra per raccogliere i frutti di un’eredità, trovandosi a doversi scontrare con i gli esponenti del ramo britannico della casata.
Lungometraggio reso finalmente disponibile su supporto dvd italiano – con galleria fotografica quale extra – da Sinister Film, offrendo l’occasione di rivivere il divertente confronto-scontro dal retrogusto socio-politico tra le adorabili, simpatiche creature ed i loro antagonisti, crudeli e meschini anglosassoni doc… con tanto di grottesca corsa automobilistica inclusa.

La bella e la bestia
La stessa Sinister Film che recupera dal dimenticatoio anche La bella e la bestia, la celebre trasposizione cinematografica che Jean Cocteau ha curato nel 1946 della popolare fiaba scritta da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.
Trasposizione immersa nella Francia del XVII secolo, dove Bella alias Josette Day, figlia di un ricco anziano che ha perso tutti i suoi possedimenti e sorella più piccola di altre due dal tutt’altro che simpatico comportamento, s’imbatte nel castello da un vero e proprio mostro dalle pelosissime fattezze animalesche.
Mostro interpretato dallo stesso Jean Marais che veste i panni di Splendore, arrogante e facoltoso amico di famiglia che vorrebbe in sposa la ragazza, la quale, però, come è ormai risaputo non comincia ad interessarsi altro che al grande cuore dell’apparentemente spaventoso individuo.
Rendendo giustizia alla morale che vuole l’amore capace di andare al di là delle apparenze, nel corso di oltre un’ora e mezza di visione che, complici gli effetti speciali evidentemente ispirati all’illusionismo da muto di Georges Méliès e una povera messa in scena magicamente in equilibrio tra teatralità e fantasie da visione infantile, dispensa uno spettacolo dall’affascinante sapore surreal-malinconico, quasi onirico (il merito va anche ai giochi di ombre e luci sfruttati).
Uno spettacolo visibile in questo caso sia con doppiaggio originale che rifatto, oltre che corredato di trailer, galleria fotografica e un documentario di venticinque minuti in cui intervengono, tra gli altri, il già citato Marais e il direttore della fotografia Henry Alekan.

Le altre
A proposito di riscoperte nell’ambito dell’home video digitale, però, occhio anche a Le altre di Alessandro Fallay, opera decisamente all’avanguardia e coraggiosa in quanto, sebbene datata 1969, si concentra sull’attualissima ancora oggi spinosa tematica dell’omogenitorialità.
Nato sulla scia del successo riscosso dal contemporaneo Le salamandre di Alberto Cavallone, infatti, tra erotismo da exploitation e impegno sociale vede protagoniste le giovani Alessandra e Flavia che, con i volti di Erna Schurer (all’anagrafe Emma Costantino) e della Monica Strebel di Brucia ragazzo, brucia, vivono felicemente il loro rapporto saffico, che intenderebbero completare cercando di avere un figlio.
Ed è da questo momento che, tutt’altro che propense ad adottarlo od a ricorrere all’inseminazione artificiale, intraprendono la non facile ricerca di un uomo da cui farsi fecondare; lasciando avvertire l’incrinarsi di qualcosa nella loro relazione dopo che Flavia rimane incinta di una bambina.
Non senza situazioni divertenti, al servizio di un elaborato che, fino ad oggi di difficilissima reperibilità, è CineKult a riesumare su disco con oltre quaranta minuti di interviste alla Schurer nella sezione riservata ai contenuti speciali.

Istantanea per un delitto
La Schurer che, come pure la Strebel, troviamo, tra l’altro, anche in Istantanea per un delitto, secondo più fonti risalente al 1975, ma, in realtà, messo in piedi almeno cinque anni prima con l’intento di battere sul tempo l’uscita de L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento.
Impresa che, a quanto pare, non riuscì a causa delle classiche situazioni relative a produzioni che saltano e soldi che finiscono; tanto che non solo il film potrebbe non essere mai arrivato nelle sale per finire direttamente in videocassetta solo nel 1987, ma, addirittura, sembra nasconda dietro il nome dell’Arthur Saxon che lo firma sia il documentarista Ezio Alovisi (che lo iniziò) che il produttore Mario Imperoli (che lo terminò).
Quindi, sempre grazie a CineKult è possibile ora gustarsi il giallo marittimo in cui LuisAllonsanfànLa Torre concede anima e corpo al bel Luca, il quale, ricattata la sua amante dopo che lo ha lasciato, vede entrare nella propria vita due fotomodelle conosciute in un villaggio vacanza in Puglia.
Dando così il via ad un intreccio tempestato di sesso, imprevedibili incastri, misteriose sparizioni e colpi di scena… qui arricchito da uno speciale di venticinque minuti che, oltre ad interventi della Schurer e del critico cinematografico Davide Pulici, comprende testimonianze telefoniche di Alovisi.

Francesco Lomuscio

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