Il grande silenzio è un film del 1968 diretto da Sergio Corbucci. Gli esterni vennero girati interamente nelle località dolomitiche di Auronzo di Cadore Misurina, Cortina d’Ampezzo, e San Cassiano in Badia.
A fine ottocento, in una regione al confine tra Messico e Stati Uniti d’America, un gruppo di banditi si nasconde nei boschi, in attesa di un’imminente amnistia che scagioni molti di loro da reati che non hanno commesso. Il cinico Pollycut ha messo le taglie sulle loro teste, anticipando i soldi delle taglie dei banditi per un elevato interesse. Tra gli sfortunati c’è il marito di Pauline Middelton, un nero, costretto al furto e divenuto fuorilegge perché Pollycut gli negò un prestito. Questi viene ucciso da Tigrero, uno dei più feroci bounty killer nella zona, assieme ad altri quattro banditi che, stanchi di aspettare l’amnistia e mossi dalla fame, si recano in paese a loro rischio e pericolo.
Pauline, decisa a vendicarsi, manda a chiamare un pistolero che è il terrore dei cacciatori di taglie: costui è chiamato Silenzio perché “dopo che passa lui c’è solo il silenzio della morte”, ma anche perché da bambino gli sono state rimosse le corde vocali affinché non raccontasse a nessuno di come i genitori furono crudelmente colpiti a tradimento da tre bounty killer. Silenzio, armato di una Mauser di dieci colpi trasformata in una piccola mitragliatrice, chiede mille dollari per uccidere Tigrero. Per recuperare la cifra Pauline si reca da Pollicut proponendogli di ipotecare la casa; questi si mostra estremamente disponibile, ma solo in cambio di favori sessuali da parte di lei che, disgustata se ne va, proponendo lo stesso “prezzo” a Silenzio. I due diventano amanti.
Nel frattempo il governatore decide di mandare in paese un nuovo sceriffo, Gideon Corbett per eliminare una volta per sempre la pratica dei bounty killer. Ma durante il viaggio i banditi gli rubano il cavallo per nutrirsene. Dopo una lunga marcia, Corbett sale sulla diligenza che sta trasportando Tigrero e Silenzio. Corbett è negativamente colpito da Tigrero sia per il carattere, cinico e sbruffone, sia per le continue soste nelle quali recupera i diversi cadaveri che ha lasciato nella neve in vari punti del tragitto. Una volta giunti in paese Corbett nega il pagamento delle taglie (soldi che è dispostissimo ad anticipare Pollycut che ci specula ampiamente sopra) e avvia delle indagini affinché tutto avvenga “nella completa legalità”.
In seguito ad una rissa con Silenzio, Tigrero viene arrestato dallo sceriffo, ben deciso a portarlo in un penitenziario e dare un esempio a tutti gli altri cacciatori di taglie, non prima di aver ordinato a Pollycut e ad altri cittadini di lasciare fuori dal paese un carico di viveri da lasciare ai banditi, in modo che non diano più fastidio. Durante il tragitto Tigrero con una scusa riesce a fermarsi, recuperando un fucile precedentemente nascosto, e spara contro lo strato di ghiaccio dove si trova lo sceriffo, facendolo cadere nelle sue gelide acque. Successivamente raggiunge gli altri bounty killer avvisandoli che potranno fare man bassa di taglie perché i banditi stanno per scendere in massa al paese.
Nel frattempo Pollycut e il suo aiutante entrano in casa di Pauline e, dopo aver bruciato una mano di Silenzio, cercano di violentare Pauline; ma Silenzio riesce a liberarsi. Tigrero, messo al corrente dei fatti, non uccide i banditi catturati, bensì li rinchiude nel saloon aspettando che Silenzio si faccia vivo. Non appena si incontrano, Silenzio viene ferito da un complice di Tigrero che, vedendo che il suo avversario non può difendersi, gli dà il colpo di grazia. Pauline, che lo aveva seguito scongiurandolo di non cadere nella trappola, si butta disperata su Silenzio e afferra la sua pistola puntandola contro Tigrero, che uccide pure lei. Poi, assieme agli altri bounty killer, uccide freddamente tutti gli ostaggi prima di lasciare il paese.
Quando i produttori dell’Adelphia apprendono che il finale del film prevede la morte del protagonista pregano Sergio Corbucci di predisporne uno alternativo nel quale Silenzio sopravviva. Il regista finge di cedere alle pressioni e gira una diversa conclusione della storia con l’arrivo inaspettato dello sceriffo Corbett che cambia radicalmente la situazione perché lui e Silenzio uccidono Tigrero e tutti i “cattivi”. Lo fa senza impegno e il risultato è talmente poco credibile che quelle sequenze non arrivano neppure in sala di montaggio.
Silenzio utilizza una Mauser da 9 mm più conosciuta come “Broomhandle”, una rivoltella semi-automatica fabbricata dal 1896 al 1936 in Germania che ha tra le sue particolarità il caricatore posto davanti al grilletto e la lunga canna. Il nomignolo di “Broomhandle” deriva dal fatto che ha l’impugnatura (handle) simile a un ramo di ginestra (broom).
Nel fumetto Durango si può dedurre la fine di Tigrero, infatti quando il protagonista compra la sua arma, una Mauser, l’armaiolo lo ammonisce che l’arma porta sfortuna poiché i due precedenti proprietari sono morti, il primo era un pistolero muto che fu ucciso da un bounty killer che si impossessò della sua pistola e fu a sua volta ucciso dai ranger.