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In Sala

Kreuzweg – Le stazioni della fede

Premiato con l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura alla sessantaquattresima edizione Festival di Berlino, Kreuzweg – Le stazioni della fede, terzo lungometraggio del regista tedesco Dietrich Brüggenam, approda nelle sale italiane, coraggiosamente distribuito da Satine Film

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Premiato con l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura alla sessantaquattresima edizione Festival di Berlino, Kreuzweg – Le stazioni della fede, terzo lungometraggio del regista tedesco Dietrich Brüggenam, approda nelle sale italiane, coraggiosamente distribuito da Satine Film. Innanzitutto, c’è da elogiare la profonda rigorosità formale del film, composto da quattordici inquadrature fisse in cui si muovono in maniera calibratissima, in perfetta osmosi con l’ambiente interno o esterno che li circonda, i bravissimi attori, che si producono in straordinarie performance, considerando le difficoltà di una recitazione la cui durata, in alcuni casi, arriva anche a quindici minuti, e l’orchestrazione di Brüggenam è davvero encomiabile. L’occhio della macchina da presa, irrimediabilmente statico, invita lo spettatore a creare esso stesso un montaggio, scorrazzando all’interno del profilmico, vagando da un personaggio all’altro e tra tutti gli elementi che compongono l’inquadratura. Solo in una delle sequenze, quella della cresima, assistiamo a un leggero movimento della mdp, che segue con un moderato carrello i ragazzi nel percorso che li divide dall’altare, in procinto di ricevere l’atteso sacramento.

Ciò che costituisce l’asse portante del film è lo spinoso tema del fondamentalismo cattolico, promosso dalla Fraternità Sacerdotale di S. Pio X, un ordine religioso che ha rifiutato le riforme attuate dal Concilio Vaticano Secondo, auspicando il ripristino degli autentici insegnamenti cristiani. Maria (Lea van Acken), la protagonista, è una giovane adolescente di quattordici anni, la cui famiglia, appartenente alla comunità di cui si diceva prima, pare vivere in un passato dalle fosche tinte oscurantiste. Come tutte le ragazze della sua età, pur provando una sincera fede, vorrebbe porre in essere alcuni comportamenti (come andare a cantare cori gospel in chiesa, o uscire con un suo compagno di scuola) che per la rigida madre sono inammissibili. Messa alle strette da una situazione senza uscite, elabora un modo tutto personale per conciliare il suo ardente e autentico slancio religioso con il desiderio di differenziarsi dalla gran parte dei suoi coetanei, giungendo però a delle conseguenze estreme. Il suo, alla fine, diventa un vero e proprio delirio che comporterà delle conseguenze anche sul piano fisico, tant’è che nella sequenza delle cresima, all’atto di ricevere il sacramento dal sacerdote viene colta da uno svenimento. Il suo desiderio di santità costituisce ciò a partire da cui prende corpo una psicosi, uno scollamento dalla realtà, che le risulterà fatale.

Ovvio che Kreuzweg – Le stazioni della fede è un film completamento permeato da uno spirito anticlericale, ma il trattamento della questione non è mai solamente accusatorio, e, nonostante il funesto esito della vicenda, che non sveliamo, non sono pochi i dubbi che sorgono nello spettatore, che, se non viene mosso da un semplicistico spirito laico-progressista, è convocato a fare i conti con degli argomenti su cui non può non tornare ad interrogarsi, perché se è vero che non ci può immolare a un Dio fantasmatico e spesso assente, altrettanto disdicevole è smarrirsi nella vacua fluidità della società liquida contemporanea, inseguendo gli spettri degli ultimi scampoli di benessere rimasti. Un film in controtendenza dunque, che, pur denunciando l’eccesso religioso di una comunità, stimola non poche riflessioni su come interpretare i nostri tempi, privati di quella inesauribile riserva di senso che certe pratiche, pur erroneamente, paiono ripristinare, fornendo un illusorio barlume di speranza a chi brancola da tempo nel buio. Nel panorama dell’offerta cinematografica attuale, dunque, questo film si distingue, diciamolo pure, come un raggio di sole nell’oscurità, e di questa preziosa opportunità bisogna dare merito al distributore, Satine Film, che sta portando avanti una politica culturale davvero degna di lode. Caldamente consigliata, ovviamente, la visione.

Luca Biscontini

  • Anno: 2014
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: Satine Film
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Dietrich Brüggemann
  • Data di uscita: 29-October-2015

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