Difficile scrivere di questo film senza scivolare nei prevedibili toni di una retorica che inneggi indiscriminatamente alla vita, anche perché la vicenda messa in scena dal regista polacco Maciej Pieprzyca si ispira alla vera storia di Mateusz, un ragazzo gravemente disabile, colpito da una paralisi celebrale che gli impedisce di comunicare con gli altri, oltre che a deambulare autonomamente. E chi scrive ammette di aver visionato quest’opera con distacco, provando a esercitare una certa resistenza nei confronti di tutti quegli appigli sentimentali che inevitabilmente si presentano durante la visione, cercando di mantenere il maggior grado di lucidità possibile per esprimere una valutazione imparziale.
Se da un lato non si può non registrare una certo mestiere nel confezionamento ad arte dell’insieme, dall’altro svetta però, senza alcuna possibilità di tentennamento a riguardo, la straordinaria interpretazione di Dawid Ogrodnik, che si produce in una performance memorabile, facendo sorgere in chi guarda il dubbio che il protagonista sia davvero affetto dalla malattia di cui si diceva sopra, come se stessimo assistendo a un documentario. Mateusz per anni è stato escluso da qualsiasi canale comunicativo, essendo considerato un soggetto irrimediabilmente affetto da sindrome vegetativa, e a nulla sono valsi i suoi estremi tentativi di dimostrare il contrario, nonostante l’amorevole famiglia che, per fortuna, lo ha sempre sostenuto.
Ma Mateusz non solo capisce ciò che gli accade intorno, ma è in grado di elaborare i fatti e formulare delle opinioni, ed è struggente la sequenza in cui, grazie ad un’abile insegnante dell’istituto dove era degente, lo vediamo per la prima volta, attraverso il linguaggio dei simboli, dichiarare tutta la sua umanità, la sua capacità di comprensione, il suo amore. Un pianto liberatorio irrompe in seno alla famiglia che non l’ha mai abbandonato, e anche lo spettatore più disincantato partecipa commosso alla fine di un silenzio che per troppo tempo aveva avvolto la vita del giovane protagonista. Di cui, tra l’altro, assistiamo anche – e probabilmente sono questi i passaggi il cui il regista, che è anche sceneggiatore del film, si è lasciato trasportare, forse un po’ furbescamente, da una vena romanzante – ai primi pruriti sessuali, che addirittura lo portano a ‘fidanzarsi’ con l’assistente volontaria dell’istituto, una ragazza molto sensibile, che scova, ancor prima che avesse trovato espressione, tutta l’umanità di Mateusz, per il quale ogni tanto si produce in una aggraziata danza sulle note di una dolce musica.
Io sono Mateusz ha ricevuti premi in tutto il mondo, riscontrando soprattutto il favore del pubblico, che ne è rimasto profondamente colpito, decretandone il successo. Il film è ora disponibile in dvd, pubblicato da Mustang e distribuito da CG Entertainment.
Luca Biscontini
