Grindhouse – A prova di morte (Death Proof) è un film del 2007, scritto e diretto da Quentin Tarantino. Il film è uno dei due segmenti di Grindhouse, creato come omaggio ai film d’exploitation degli anni settanta come Punto zero e Convoy – Trincea d’asfalto. Secondo le dichiarazioni di Tarantino è “uno slasher senza le caratteristiche dello slasher”.
A prova di morte nasce come uno “spettacolo doppio” affiancato a Planet Terror di Robert Rodríguez. In seguito al ‘flop’ statunitense, la Dimension Films ha deciso di distribuire le pellicole in due parti divise. In compenso, Tarantino ha presentato il film al festival di Cannes 2007 in una versione inedita che aggiunge oltre venti minuti di pellicola in più. Riguardo a quest’operazione, Tarantino ha dichiarato: “Mi sono comportato proprio come i beceri distributori dei film d’exploitation, che tagliavano con l’accetta al limite dell’incoerenza. Ora invece mostro tutto”.
In Europa sono contenute molte scene in più:
La scena della lap-dance, in cui Vanessa Ferlito danza dinanzi a Kurt Russell: negli Stati Uniti questa scena è stata omessa ed al suo posto compare un avviso cinematografico fittizio che recita “bobina mancante”;
La scena in bianco e nero ambientata alla stazione di benzina;
La scena della colazione.
Tarantino ha comunque dichiarato che alcune scene erano state rimosse dalla versione statunitense per avere un montaggio più “grindhouse”, mentre altre sono state aggiunte (la bobina mancante ne è un lampante esempio) perché il pubblico europeo non è abituato al cinema d’exploitation e non avrebbe compreso questi riferimenti.
Per quanto riguarda lo stile, Tarantino ha usato uno stile di riprese molto antiquato, simile a quello usato – appunto – nei film d’exploitation anni settanta, con improvvise zoomate e stacchi improvvisi. Per la prima volta, il regista (autore di decine di pellicole considerate dei film da vedere perché dei film di culto) si è trovato a lavorare come direttore della fotografia, elemento che secondo alcuni ha giovato al film, grazie all’uso di alcune tecniche, quali la profondità di campo, che rendono visibili in ogni scena tutti i personaggi e creano un film complesso ma al contempo limpido. Riguardo agli inseguimenti in auto, Tarantino ha asserito: “La computer grafica per gli stuntman sulle auto non mi entusiasma. Dovrebbe? Non penso ci sia stato un solo inseguimento in auto degno di nota da quando ho iniziato la mia carriera, nel 1992. Per me, l’ultimo vero inseguimento in auto fu quello di Terminator 2. Anche Final Destination 2 presenta una sequenza d’azione veramente adrenalinica. Ma solo in queste due pellicole, in nessun’altra. Non venitemi a parlare di Matrix, è tutta roba finta, senza anima. Il motivo è questo: nei film d’azione moderni, ogni volta che la scena riesce bene, ci sono dodici telecamere pronte a riprendere da dodici angolazioni diverse, per creare più entusiasmo se la scena fosse venuta male: io non voglio fare così. Secondo me, l’unica cosa importante è l’azione. Se poi viene ripresa da un’inquadratura o da dodici non importa, l’importante è rendere adrenalinico ed interessante il momento per il pubblico”.