Prendiamo la Susan George di Cane di paglia (1971) e Marianna, fuga dalla morte (1971) e caliamola nei panni della giovane Amanda, chiamata ad accudire il figlio della signora Helen Lloyd, ovvero la Honor Blackman di Agente 007 – Missione Goldfinger (1964), intenta ad uscire per festeggiare nel più vicino centro abitato il divorzio appena ottenuto dal paranoico e violento marito, rinchiuso per fino in manicomio a causa delle sue tendenze omicide.
Con l’uomo che, ovviamente, riesce ad evadere per poi andare a tormentare proprio la ragazza, sola con il bambino nella tanto isolata quanto silenziosa villa, si sviluppa su questo esile plot L’allucinante notte di una baby-sitter (1971) di Peter Collinson, riscoperto su supporto dvd – con galleria fotografica quale contenuto speciale – dall’attivissima Sinister Film.
Un thriller destinato a tirare in ballo (e in serio pericolo) anche il fidanzato della protagonista e che sembra aver anticipato sia il filone delle pellicole ad alta tensione incentrate su psicopatici impegnati a tormentare baby-sitter (a cominciare da Quando chiama uno sconosciuto, sfornato da Fred Walton meno di dieci anni più tardi), sia alcuni aspetti del super classico Halloween – La notte delle streghe (1978) di John Carpenter.
Perché, al di là delle similitudini riguardanti la trama, proprio come il Michael Myers della vigilia d’Ognissanti è in angoli bui e sul fondo delle inquadrature che si nasconde il folle in questione; nel corso di oltre ottanta minuti di visione atti a porre in secondo piano la violenza per favorire la costruzione psicologica e, soprattutto, una forte sensazione di claustrofobia.
E, rimanendo sempre nell’ambito del ricco catalogo Sinister, è d’obbligo segnalare agli appassionati di fantascienza old style la presenza de I mostri delle rocce atomiche (1958) di Quentin Lawrence, sceneggiato dal Jimmy Sangster cui si devono non pochi script dei cult horror targati Hammer, da La maschera di Frankenstein (1957) di Terence Fisher a Crescendo… con terrore (1970) di Alan Gibson.
Con trailer e galleria fotografica quali extra, una assurda avventura che, guardando in maniera evidente all’imitatissimo L’invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel, parte dalla comparsa di una minacciosa nube radioattiva sulle vette di Trollenberg, tranquillo villaggio delle montagne svizzere.
Minacciosa nube dietro cui si nascondono mostruosi alieni capaci di annullare la volontà degli esseri umani per porli al proprio servizio come avveniva con gli zombi di matrice haitiana; mentre un gruppo di scienziati escogita il modo per poter fronteggiare ed annientare i tutt’altro che pacifici invasori e scongiurare la scomparsa dei terrestri.
Invasori che, come c’era da aspettarsi, non possono rappresentare altro che l’attrazione principale della pellicola, grazie in particolar modo al loro grottesco look tipicamente anni Cinquanta caratterizzato da connotati di sorta di giganteschi bulbi oculari muniti di tentacoli.
Ma la label effettua il vero e proprio colpaccio recuperando su disco la versione integrale – e con originale doppiaggio dell’epoca – de L’uomo lupo (1941) di George Waggner, ovvero il capolavoro che, prodotto da Universal, ha segnato un autentico passo avanti nell’ambito del genere grazie allo splendido trucco ideato da Jack Pearce e alle innovative trasformazioni.
Capolavoro oltretutto impreziosito dall’ottima performance di Lon Chaney Jr. nel ruolo di Larry Talbot, figlio di un gentiluomo gallese che, tornato in Llanelli dall’America dopo la scomparsa del fratello maggiore, viene accidentalmente morso da un lupo mannaro che riesce ad uccidere con un bastone dal pomo argentato; ritrovandosi a sua volta, però, costretto a mutare in aggressivo uomo lupo mieti-vittime durante le notti di luna piena.
Portando per la prima volta sullo schermo, quindi, quella sanguinaria creatura volta a rappresentare l’incontrollabile fato di un povero innocente e che, del tutto differente dai precedenti Dracula e Frankenstein, è stata riproposta un’infinità di volte all’interno della Settima arte (citiamo soltanto i remake Wolf – La belva è fuori di Mike Nichols e Wolfman di Joe Johnston e Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis).
Inoltre, accanto al trailer, Luigi Cozzi fornisce interessanti aneddoti relativi al film.
Francesco Lomuscio
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