Bianco si farà. Tratto dal libro “Freney 1961 – tragedia sul monte bianco” di Marco Albino Ferrari (Salani editore) che racconta la tragedia del Freney, il lungometraggio riprende la sua fase di produzione dopo circa 10 anni di stand-by. Inoltre Ferrari cura anche la sceneggiatura insieme a Massimo Gaudioso e Francesca Manieri.
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Bianco, le dichiarazioni del regista
In merito alle difficoltà relativa alla produzione e al lungo stop, D.Vicari ha dichiarato:
“Qualche anno fa un film come Bianco sarebbe stato impossibile. Sulle pareti verticali non si può pensare a scene complesse, con attori che recitano mentre scalano per settimane, con movimenti di macchina arditi. Girare un film in quel luogo è una vera sfida tecnologica, produttiva e artistica. Un punto di riferimento importante per me – dice Vicari nelle note di regia su Filmitalia – è la lavorazione del grande film di Cuaron: Gravity. In questo film Cuaron ha messo a punto un metodo di lavoro sorprendente e innovativo”
Dunque il regista evidenzia le innumerevoli problematiche, complessità che al giorno d’oggi possono essere risolte grazie allo sviluppo tecnologico.
Una pagina nera dell’alpinismo
La tragedia del Freney è un drammatico evento avvenuto nel luglio 1961 sul Monte Bianco durante un tentativo di scalata del Pilone Centrale del Freney coinvolse due cordate una francese guidata da Pierre Mazeaud e una italiana con Walter Bonatti tra gli altri il gruppo era composto da sette alpinisti dopo aver tentato la scalata e affrontato condizioni meteorologiche estreme con una tempesta durata giorni furono costretti a rinunciare e a tentare la discesa durante il rientro morirono quattro alpinisti per sfinimento e freddo Guido Ferraris, Pierre Kohlmann, Robert Guillaume, e Antoine Vieille sopravvissero solo in tre Walter Bonatti, Pierre Mazeaud, e Roberto Gallieni è considerata una delle più gravi tragedie dell’alpinismo europeo e un simbolo dei limiti estremi dell’uomo in alta montagna.