Attualmente nelle sale cinematografiche ne L’orto americano, ultimo lungometraggio horror thriller diretto dal bolognese Pupi Avati, il veneto Armando De Ceccon sta riscuotendo non pochi consensi per la sua magistrale prova attoriale nei panni di un uomo processato a causa di una questione di femminicidi.
Ma, oltre a vantare una florida attività teatrale, De Ceccon ha partecipato nel corso della sua carriera a tante serie televisive e soap di successo, tra le quali Centovetrine – in cui interpretava Jerry, l’amante di Laura – e Vivere.

Formatosi con personalità come Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Mario Missiroli, Egisto Marcucci, Antonio Calenda ed Eimuntas Nekrošius, ha partecipato a due spettacoli premi Ubu (I demoni di Fëdor Dostoevskij, regia di Peter Stein, e Una delle ultime sere di Carnovale di Carlo Goldoni, regia di Pier Luigi Pizzi) e ha appena concluso al Teatro Regio di Parma le repliche de Il Barbiere di Siviglia, opera lirica di Gioacchino Rossini (sempre per la regia di Pizzi), in cui ricopre il ruolo di Ambrogio, il domestico.
Diretto da registi importanti come Citto Maselli (Cronache del terzo millennio), Riccardo Donna (A un passo dal cielo) e Fabrizio Costa (La freccia nera), ha avuto modo di lavorare in più di un’occasione anche a stretto contatto, appunto, con Pupi Avati.
E, a proposito de L’orto americano, dichiara: “Nel film interpreto Glauco Zagotto. Mi sono sentito coinvolto in una grande opportunità in un momento post-Covid e di situazione piuttosto faticosa dal punto di vista professionale e personale. Come sempre, ho cercato di tirare fuori il possibile”.

Sono tanti i sogni che De Ceccon custodisce gelosamente nel suo cassetto; in futuro gli piacerebbe aprire, infatti, una fattoria didattica per bambini non accompagnati a Roma. Inoltre, vorrebbe mettere in scena alcuni dei testi che sta scrivendo: dal Caligola di Albert Camus alla voce umana di Jean Cocteau. Trasfigurandola in particolare in una riscrittura originale; infatti rivela: “Vorrei portare in scena il tema dei padri separati che sono stati allontanati dai figli, ai quali viene sottratto il diritto naturale di avere accanto il genitore. Inoltre, vorrei recuperare progetti che ho dovuto mettere da parte riguardanti anche la poesia, matrice di ogni mio lavoro; non a caso partecipo con consuetudine agli eventi dei poetry slam al Lettere Caffè di Roma”.
Intanto, nell’ultimo periodo Armando De Ceccon ha realizzato diversi cortometraggi: Non ho parole e Il Pigneto, una gioia per te, riguardante il quartiere romano in cui vive e che ha dedicato a suo figlio.
Photo credits: Mariana Biba