Il ritorno del proiezionista, di Orkhan Aghazadeh, è in concorso per la categoria documentari alla quarantaduesima edizione del Torino Film Festival. Un racconto potente e profondo sull’importanza del cinema.
Il ritorno del proiezionista: la sinossi
Ai tempi dell’Urss Samid faceva il proiezionista nel suo villaggio azero al confine con l’Iran. Oggi si guadagna da vivere riparando radio e televisori, ma ha conservato l’attrezzatura cinematografica nel seminterrato e spera sempre di poterla riutilizzare. L’anno scorso suo figlio è morto in un incidente e dopo mesi di dolore Samid ha deciso di riaccendere il proiettore e riunire ancora una volta il villaggio davanti a uno schermo. In questa sua impresa ha incontrato un alleato inaspettato: Ayaz, un ragazzo che ama fare esperimenti d’animazione con il cellulare.
Alla ricerca della luce
Il proiettore che Samid tanto gelosamente custodisce ha un problema che ne impedisce l’utilizzo: la mancanza di una lampada. Senza di essa infatti la luce della macchina non può essere proiettata ed è pertanto inutilizzabile. Un ostacolo all’apparenza semplice se non fosse che Samid abita in un villaggio sperduto tra le montagne dell’Azerbaijan. Avere una connessione Internet stabile risulta davvero problematico e il protagonista escogita ogni modo per riuscire a ordinare su Internet il pezzo mancante. Queste situazioni diventano anche degli spaccati tanto esilaranti tanto significativi sulla vita della popolazione locale. La ricerca assidua della lampada è il motore trainante del film e porterà Samid a escogitare ogni mezzo per ottenere il tanto agognato oggetto cosi a lungo desiderato.
Il ritorno del proiezionista: la regia
Orkhan Aghazadeh mostra il villaggio di Samid nella sua essenza. É desolato e le difficili condizioni meteorologiche, come l’abbondanza di neve, rendono la vita degli abitanti molto dura, costretti a vivere di quello che offre la coltivazione della terra offre. Tuttavia, l’ostilità dell’ambiente circostante fa si che la comunità abbia coltivato una notevole sinergia tra i propri abitanti. I primi piani mettono in risalto i volti scavati e “vissuti” della popolazione, per maggioranza anziana, che comunque si adopera alacremente per cercare di ripristinare il cinema locale, ben consapevole di quanto sia necessario l’intrattenimento. La splendida fotografia restituisce i dettagli della vita quotidiana e i momenti della comunità, generando empatia verso i vari personaggi.
Il ritorno del proiezionista: Samid e Ayaz
Samid è alla ricerca di uno scopo: l’anno precedente ha dovuto affrontare la perdita del figlio, morto in un incidente sul lavoro. La negligenza della ditta per cui lavorava è costata un prezzo enorme. Il protagonista trascorre le giornate impegnato in conversazioni e commissioni per non pensare al dolore che ancora lo attanaglia. Ma la notte questo peso diventa insostenibile. Perso nelle sue riflessioni, non può fare a meno di pensare a quanto gli è stato tolto. In questo modo la ricerca della luce assume per Samid un significato nuovo: la guarigione della sua anima afflitta.
Ayaz è un giovane brillante appassionato di esperimenti d’animazione con il telefono. Il suo desiderio di imparare e di mettersi in gioco saranno fondamentali per superare gli ostacoli che si frappongono alla riapertura del cinema. In lui Samid ritrova parte di quel legame che aveva col figlio e la condivisone delle loro esperienze e dei loro punti di vista non farà che cementare quest’unione.
L’importanza del cinema
Il ritorno del proiezionista è una lettera d’amore per il cinema e per quello che ha significato a livello storico. Nato come strumento d’intrattenimento è subito diventato un punto focale per le comunità. Capace di intrattenere ed emozionare, genera discussioni che variano in base alla storia a cui si assiste. I film regalano emozioni, sensazioni o significati diversi in base al periodo o alla fase di vita in cui vengono visti. Per questo il progetto di Samid assume una valenza così importante: la riparazione del proiettore può essere la valvola di sfogo o un luogo in cui radunarsi di una comunità (rigorosamente solo nei weekend). La ricerca della luce diventa un’opportunità per insegnare i valori ai giovani e usare il cinema come strumento educativo.
Un film intimo e significativo, che, attraverso la tenacia e la resilienza del protagonista, dimostra il ruolo che il cinema ha avuto e che ha tuttora nell’influenzare positivamente la vita delle persone. Il sogno di Samid diventa presto quello della sua comunità, spinta dal desiderio di evasione dalle difficoltà quotidiane.