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‘Let Go’: l’arte della riconciliazione

'Let Go' ci insegna che a volte le seconde possibilità ci aiutano a lasciare andare

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“Certo nella vita gli imprevisti capitano a chiunque ma forse non c’è bisogno di averne paura.”

Let Go (Släpp taget), il film svedese del 2024 scritto, diretto e interpretato da Josephine Bornebusch, è su Netflix. Il film esplora temi universali come la morte, la famiglia, il perdono e la riconciliazione.

Trama

Stella (Josephine Bornebusch), dopo aver saputo che il marito, Gustav (Pål Sverre Hagen), vuole divorziare, cerca di mantenere unita la sua famiglia, ormai sull’orlo della disintegrazione. La donna, consapevole della precarietà della sua situazione familiare, decide di fare un ultimo tentativo per risanare i legami tra i membri della famiglia: organizza un viaggio per assistere alla gara di pole dance della figlia. Questo viaggio, che il marito non vuole assolutamente fare ritenendolo banale o un modo per controllare la sua vita, diventa un’occasione fondamentale per riallacciare i rapporti e affrontare le difficoltà relazionali che da tempo turbano la famiglia. Il film prende però una piega drammatica quando la madre rivela alla sua famiglia una notizia devastante: è malata terminale. Questo annuncio cambia radicalmente il tono della storia e rende il viaggio ancora più significativo, poiché i membri della famiglia sono costretti a confrontarsi con la finitezza della vita e a rivedere le proprie priorità.

‘Let Go’: Lasciare andare

Let Go inizia rappresentando una grande contraddizione. Ad apertura del film, Gustav, in quanto psicologo, fa un discorso sul recupero delle relazioni a una coppia di pazienti ma lui non applica quel discorso a se stesso. Non sembra esserne capace, annodato in dinamiche cristallizzate, il viaggio per lui diventa una lunga seduta di auto consapevolezza.

La scoperta della malattia terminale di Stella arriva a viaggio concluso. Non annulla i progressi che la famiglia riesce a fare, ma soprattutto non diventa il motivo della ricostruzione relazionale. Indipendentemente da ciò che può finire, cercare di comunicare e provare a ricostruire è, paradossalmente, l’unico modo per lasciare andare tutto quello che non serve.

Un film di riconciliazione e speranza

Il tono del film, pur trattando temi seri e dolorosi, non è completamente drammatico. La scelta di Josephine Bornebusch di esplorare queste dinamiche con un approccio riflessivo, con momenti di umanità e leggerezza, è una delle chiavi che rende questo film bello e delicato. La gara di pole dance, un evento che potrebbe sembrare frivolo in superficie, aggiunge un tocco di originalità e umorismo alla storia.

Let Go è anche una riflessione sulla seconda possibilità: sulla possibilità di riparare, anche solo per un momento, ciò che sembrava irreparabile.

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