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Alice nella città

‘Piccolo Attila’: la tesa formazione di un tifoso

Recensione di ‘Piccolo Attila’, cortometraggio di Gregorio Mattiocco presentato nella sezione ‘Panorama Italia Fuori Concorso’ di Alice nella città 2024

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Piccolo Attila, il cortometraggio di Gregorio Mattiocco, presentato nella sezione Panorama Italia Fuori Concorso  di Alice nella città 2024, è una prova della durata di 13’ che offre uno scorcio domestico sulla vita di due fratelli tifosi della Lazio.

Piccolo Attila e il mito della curva 

Armando (Davide Cofani) è un ragazzino di 13 anni che sogna di tifare la sua squadra del cuore, la Lazio, dalla curva nord dell’Olimpico. Il giovane vive dietro la figura di suo fratello maggiore Giorgio (Gianmarco Speranzini), un ultras navigato abituato al mondo del tifo organizzato. 

Piccolo Attila si apre con il più piccolo, Armando, che vaga tra gli scaffali di quella che non è dato sapere per certo essere la sua stanza. La telecamera segue il ragazzo che si muove con fare curioso nella stanza immersa in cimeli che rimandano alla squadra della Lazio. È un mondo altro che il giovane osserva prima con un reverente silenzio, poi intonando, con il braccio alzato, un coro tipico della curva ultras laziale: ‘Avanti ragazzi di Buda’.

Un ambiente abbandonato

Questa prima sequenza restituisce l’immagine di uno spazio che sembra essere quasi più grande di Armando; colpiscono il silenzio (poi rotto dal ragazzo) e la solitudine in cui è immerso quest’ultimo. Mattiocco riesce a impostare fin da subito il tono del suo corto con pochi elementi andando a raccontare molte cose.

Naturale evoluzione delle cose è il confronto che Armando ha con suo fratello in cucina. A questo punto si esplicita ancora di più un senso di solitudine che diventa addirittura senso di abbandono per via di come, nell’ambiente domestico, non ci sia nessuna figura genitoriale.

Bombe a mano, carezze col pugnale

Piccolo Attila

Per questo Piccolo Attila sembra essere una storia che vuole in qualche modo documentare uno dei modi con il quale oggi questa assenza genitoriale viene colmata. Armando desidera ciò che ha Giorgio, cerca di dimostrare al fratello, che è restio a inserirlo in questa realtà, di essere degno di tutto ciò: della vita dell’ultras, del senso d’aggregazione che il tifo organizzato offre. In virtù di queste tematiche, di questo braccio di ferro tra i due fratelli, c’è una ferocia latente che permea le battute, le movenze degli attori e le inquadrature del corto.

Mattiocco infatti restituisce il ritratto di una realtà pesantemente influenzata da una retorica estremista che accoglie volentieri giovani ragazzi bisognosi di un modello, di una corrente da seguire. Corrente però che risulta essere anche prone alla violenza come dimostrano i cori cantati dai fratelli.

Piccolo Attila, nonostante qualche momento attoriale e di scrittura non molto convincente, riesce comunque a esprimersi con personalità, andando a mostrare come la gioventù romana, ma non solo, a partire da questo senso di abbandono, vada ad abbracciare, anche inconsapevolmente, determinate ideologie. 

Piccolo Attila

  • Anno: 2024
  • Durata: 12'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Gregorio Mattiocco