Un irriconoscibile Colin Farrell si appresta ad apparire sui nostri schermi nel ruolo di Pinguino, uno dei più famosi nemici di Batman, nella serie The Penguin targata HBO. Per la prima volta in assoluto il trucco lo rende estraneo anche a se stesso, come ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera . Ma anche sotto tutto quel trucco, Farrell ci regalerà la stessa intensità alla quale ci ha abituati in tutti questi anni della sua più che ventennale carriera, caratterizzata da una straordinaria versatilità e dalla sua capacità di attraversare generi diversi. Dai blockbuster hollywoodiani ai film d’autore.
Dublino, i primi passi e l’ascesa a Hollywood
Colin Farrell è nato a Dublino, Irlanda, nel 1976, e ha iniziato la sua carriera recitando in produzioni televisive e teatrali. Il suo primo ruolo di rilievo è arrivato con il film britannico The War Zone (1999), diretto da Tim Roth. Ma è grazie al film Tigerland (2000) di Joel Schumacher, dove interpreta la recluta ribelle Roland Bozz durante la guerra in Vietnam, che per Colin Farrell si aprono i cancelli di Hollywood.
Durante i primi anni 2000 l’attore recita in una serie di film di successo. Esempi sono Minority Report (2002) di Steven Spielberg, al fianco di Tom Cruise e In linea con l’assassino (Joel Schumacher, 2002) dove è il protagonista assoluto di un thriller psicologico in cui interpreta un uomo intrappolato in una cabina telefonica sotto il mirino di un cecchino. Poi arriva S.W.A.T. (Clark Johnson, 2003), Alexander (2004), un progetto ambizioso diretto da Oliver Stone, in cui per la prima volta si misura con personaggi che fanno parte dell’epica. Farrell, infatti, interpreta Alessandro Magno. Nonostante il film non sia stato un grande successo di critica o pubblico, ha comunque rafforzato la sua esperienza attoriale. Miami Vice (Michael Mann, 2006) remake della serie TV cult, lo vede in un ruolo duro e affascinante, consacrandolo come la star hollywoodiana più iconica della sua generazione.
La svolta personale e professionale dopo Miami Vice
Il consolidamento della sua bravura arriva quindi con ruoli in film thriller e d’azione, con personaggi in qualche modo eroici oppure moralmente opinabili. O tutto o niente. Ma dopo Miami Vice cambia qualcosa. A riprese concluse è lui stesso ad entrare in riabilitazione a causa della dipendenza dall’alcol e dalla droga. In un’intervista del 2006 al David Letterman Show, riportata dal giornale CNN News, Farrell ha dichiarato:
“Mi stavo destreggiando tra così tante cose. Sono stato in un viaggio così folle per sei o sette anni, che ho dovuto fare un passo indietro e dare uno sguardo alla mia vita. Avere mio figlio era la ragione principale. Volevo solo essere lì per lui. Volevo essere lucido, stargli vicino e ricordare di essere stato con lui.”
Così con il film (2008), diretto da Martin McDonagh, Colin Farrell inizia a orientarsi verso ruoli più complessi, infatti il protagonista Ray è uno dei ruoli più acclamati della sua carriera. L’attore interpreta un assassino irlandese in crisi esistenziale perché tormentato dal senso di colpa per aver per sbaglio ucciso un bambino. Mandato, senza sapere perché, dal suo capo a Bruges con l’amico Ken, fa quasi tenerezza nella sua comica e ostinata ricerca di redenzione. La performance, accanto all’attore Brendan Gleeson, gli ha fatto conquistare un Golden Globe per aver dimostrato il suo talento nel combinare umorismo nero e dramma emotivo.
In Bruges – Brendan Gleeson/Colin Farrell
Il cinema indipendente e i nuovi generi
Dal 2011 Farrell bilancia le scelte di film più commerciali con film più audaci e indipendenti. Infatti recita in commedie come Horrible Bosses (Seth Gordon, 2011), oppure in film biografici come Saving Mr. Banks (John Lee Hancock, 2013). Ma collabora anche a film autoriali diretti da personalità come Liv Ulmann, musa di Ingmar Bergman. Viene scelto come protagonista maschile del primo film in lingua inglese del regista greco Yorgos Lanthimos: The Lobster (2015). In questo film distopico, Farrell interpreta un uomo solitario che deve trovare l’amore o accettare di trasformarsi in un animale, appunto un’aragosta. La sua interpretazione è stata lodata per la sua intensità e per il modo in cui ha abbracciato un ruolo così eccentrico ricevendo una nomination al Golden Globe.
Si destreggia anche nel fantasy entrando a far parte del cast di Animali fantastici e dove trovarli (David Yates, 2016), Dumbo (Tim Burton, 2019), Il super genio del crimine (Kenneth Branagh, 2020).
Negli ultimi anni, Farrell ha dimostrato ancora una volta di essere uno degli attori più eclettici e talentuosi della sua generazione: lo ritroviamo sia nei panni di Pinguino in The Batman (Matt Reeves, 2022), sia nel meraviglioso The Banshees of Inisherin (L’isola degli spiriti, 2022), un altro film con il regista Martin McDonagh che lo ha riunito con il co-protagonista di In Bruges, Brendan Gleeson (Colm). Il protagonista Pádraic Súilleabháin – di cui Ray di In Bruges sembra alter-ego, vive felice nell’immaginaria isola irlandese di Inisherin finché non scopre che Colm non vuole più essere suo amico. Non capisce cosa sia successo, perché ad un certo punto la vita cambi in un modo che lui non ritiene naturale. La coppia McDonagh/Gleeson evidentemente riesce a creare l’ambiente favorevole per l’attore che anche in questo caso vince il Golden Globe.
The Banshees of Inisherin – Gli spiriti dell’isola
Colin Farrell e le serie tv
Prima di raggiungere la fama internazionale, Colin Farrell ha recitato nella serie televisiva irlandese Ballykissangel (1998-1999), un dramma ambientato in un piccolo villaggio rurale irlandese. Interpretava il giovane Danny Byrne e anche se il suo ruolo era relativamente piccolo, ha contribuito a farlo conoscere al pubblico irlandese e britannico. È apparso come guest star nella quarta stagione di Scrubs dove interpreta un personaggio chiamato Billy Callahan, un turista irlandese coinvolto in un incidente.
Raggiunge per la prima volta il successo in una serie tv, con il ruolo di Ray Velcoro nella seconda stagione di True Detective, la serie antologica di successo prodotta dalla HBO e che potete trovare su Nowtv. Anche se questa stagione non ha avuto il successo della prima, sicuramente l’interpretazione di Farrell nel ruolo di un detective tormentato e alcolizzato, è uno degli aspetti migliori.
Uno stile unico e autentico: l’arte di Colin Farrell
Chiunque conosca anche in parte i film di Colin Farrell può riconoscere nella sua recitazione tre caratteristiche: intensità, versatilità e autenticità. Nel corso della sua carriera, ha dimostrato una notevole capacità di adattarsi a ruoli molto diversi tra loro, soprattutto dopo In Bruges, spaziando da personaggi carismatici e affascinanti a figure più complesse e tormentate. Ha interpretato una vasta gamma di ruoli, da eroi d’azione in film come S.W.A.T. o Miami Vice a personaggi più introspettivi e complessi, come The Lobster dimostrando la sua versatilità e profondità emotiva, che lo rendono capace di trasmettere emozioni complesse e umane. Riusciendo a mettere all’interno dei suoi personaggi comicità, eccentricità e oscurità senza risultare mai fuori luogo.
Tutto questo ci fa ben sperare che il villain Pinguino sarà un’altra punta di diamante nella sua carriera.