Per gli appassionati di anime stile Ghibli e grandi avventure, è finalmente disponibile su Netflix: The Imaginary.
Film d’animazione del 2023, diretto da Yoshiyuki Momose, animatore e regista giapponese, conosciuto per aver lavorato a grandi classici come La Città Incantata e Porco Rosso.
Lo studio Ponoc
Lo Studio Ponoc, fondato da Hiromasa Yonebayashi e Yoshiaki Nishimura, (ex collaboratori Ghibli) era già stato apprezzato dal pubblico per la produzione del lungometraggio Mary and The Witch’s flower (2017) e la serie di cortometraggi animati Modest Heroes (2018).
Ma, solo The Imaginary (2023), si rivela essere l’apripista di una nuova collaborazione. Proclamandosi primo film a sancire l’accordo tra la grande piattaforma americana Netflix e lo studio d’animazione nipponico, il quale, dichiara, tramite comunicato, di essere entusiasta di poter finalmente portare la sua narrazione e i suoi innovativi film d’animazione disegnati e colorati a mano al pubblico di tutto il mondo. Del resto, Netflix, forte del successo di precedenti titoli come Pinocchio di Guillermo del Toro (Oscar come miglior film d’animazione 2023), si rivela essere un partner ideale per rilanciare sul mercato l’animazione. Supportandola come prezioso mezzo narrativo alla pari di qualsiasi altro genere.
La storia
The Imaginary è il riadattamento di una storia ispirata all’omonimo romanzo britannico del 2014 scritto da A.F. Harold e illustrato da Emily Gravett, pubblicato in Italia con il titolo “Il mio amico immaginario“.
La storia narra le vicende di Rudger, il nuovo amico immaginario di Amanda. Lui è il suo più grande confidente e compagno di avventure. L’aiuta a navigare nelle sue emozioni e sfide quotidiane, diventando un rifugio sicuro durante il periodo complicato che sta attraversando la bambina. Tutto sembra tranquillo, finchè un giorno alla porta di casa di Amanda bussa un uomo malvagio e inquietante a caccia di immaginari. Rudger, spaventato, tenta di fuggire per salvarsi. Ma per sopravvivere avrà bisogno di ritrovare Amanda, e riunirsi a lei prima che venga dimenticato.
L’importanza della fantasia come strumento di scoperta personale
All’interno della storia, il confine tra fantasia e realtà spesso si dissolve, dando vita ad un racconto innovativo e affascinante, nel quale i due mondi si compenetrano divenendo uno mezzo d’espressione e comprensione dell’altro. Da un lato, infatti, l’immaginazione diventa uno strumento per imparare a relazionarsi meglio con una realtà spesso difficile, e con le emozioni forti che ne derivano. Dall’altro, il reale, rende il mondo fantastico più accessibile e denso di significato. E, inoltre, l’aspetto del concreto non viene mai trascurato. Anche nelle storie più surreali rimane sempre un solido legame con la vita reale, che spazia dalle relazioni umane, all’ambientazione e alla routine che accompagna le vite della piccola Amanda e di sua madre Lizzie.
I personaggi, pur immersi a tratti in immaginari fantastici, affrontano problemi reali, dilemmi e sfide emotive. Come la crescita, la perdita, l’elaborazione del lutto. L’importanza dei legami, la paura dell’abbandono e il desiderio di appartenenza. Tutto questo risulta familiare allo spettatore, che riesce ad immedesimarsi nei protagonisti, rimanendo in compagnia dell’immaginazione, che diventa mezzo di esplorazione, guida, e accogliente luogo di ritrovo.
Nel racconto, così come nel film, troviamo anche una componente ricca di elementi dark, che si intrecciano in mondi fantastici, solitamente rassicuranti, divenendo riflesso delle sfide e dei traumi interiori. L’accettazione e la scoperta di sè, infatti, passa purtoppo sempre attraverso una fase di dolore, che viene trasposta nel film con elementi inquietanti, come creature magiche, spaventose, forze misteriose e distruttive. Tutto questo, diventa simbolo e rappresentazione dei lati più oscuri dell’animo umano: dalla paura dell’ignoto, all’alienazione, allo smarrimento e la perdita dell’innocenza, dettando il passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Il valore dei ricordi reali e immaginari
I ricordi hanno un valore cruciale all’interno del racconto. Il tema del “non dimenticare” influenza tutta la narrazione intrecciandosi alla trama. Evidenziando così l’importanza della memoria nel mantenere vive le relazioni, che non fanno solo parte di un bagaglio personale, ma diventano riflesso della propria identità. Non dimenticare significa preservare la propria essenza. I nostri ricordi definiscono chi siamo, costudendo le esperienze e le persone che ci hanno plasmato. L’atto di ricordare diviene mezzo per mantenere vive le connessioni con le nostre radici, ed il nostro mondo interiore, che si traduce nel film nella scelta del nostro amico immaginario. Dimenticare porta i protagonisti a perdere parti fondamentali del proprio essere, e far svanire questo universo creativo e affettivo in cui vivono gli Immaginari. Per questo, il ricordo diventa una forma di resistenza, un modo per non sgretolare i mondi che provengono dalla fantasia e dall’emozione.
Il ricordo come salvagente
All’interno del film, il ricordo funge anche da salvagente, rispetto al superamento del dolore, divenendo ponte tra il mondo immaginario e quello reale. Amanda, infatti, canalizza le sofferenze della perdita del padre e la fragilità della madre in scenari fantastici che le permettono di vedere la realtà con nuovi occhi. La figura del padre, dopo l’assenza, si fa silenziosa, ma diventa ricordo di supporto durante la fase di crescita.
In questa fase Rudger è di fondamentale sostegno. Il loro rapporto è espressione della sua innocenza, quella di una bambina spaventata e sola, che non ha ancora gli strumenti giusti per affrontare una perdita di quello spessore, ma, che ha, dalla sua, una spiccata creatività, tipica dell’infanzia, che le consente di crearsi un’alternativa. Rudger e Amanda, prima di ogni avventura, come se fosse un mantra, ripetono spesso: “Qualunque cosa succeda, mai scomparire, proteggere l’altro e mai piangere”. Questo, proprio ad indicare il loro impegno nel rimanere uniti e forti davanti alla difficoltà del momento.
A far emergere una scissione interiore profonda in Amanda, sarà solo Lizzie, la madre. Se da un lato la bambina preserva con cura i propri ricordi, dall’altro è portata a dover diventare punto di riferimento concreto per sua madre, che nel frattempo si è allontanata dai suoi di ricordi, e di conseguenza anche dal proprio sentire. Lizzie incarna la rappresentazione della realtà, con le sue aspettative e responsabilità, il loro rapporto simboleggia il conflitto nel passaggio dall’ l’infanzia all’età adulta. Entrambe affronteranno un percorso di crescita inverso. Sarà proprio l’amore di Lizzie, a spingere Amanda a trovare un equilibrio tra la fantasia e la realtà, accettando una volta per tutte la propria evoluzione, l’importanza di accettare, e di saper lasciare andare.
Aspetti tecnici e influenze artistiche
Il racconto di crescita personale che caratterizza il film rientra in un archetipo classico, vicino ai romanzi europei che trattano e esplorano il tema della scoperta di sé e della maturità attraverso esperienze fantastiche. Potrebbe esserne un esempio Alice nel paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Ma, in particolare, molte sono le caratteristiche che rievocano il racconto narrativo dallo stile di Roald Dahl a quello di Neil Gaiman, traendo ispirazione dai loro temi universali di crescita, avventura e immaginazione.
L’animazione, interamente realizzata a mano, si distingue per la morbidezza e la fluidità del tratto e per l’eleganza artistica, con uno stile delicato e ricco di dettagli. L’estetica amalgama elementi naturali e reali a scenari sognanti e ad atmosfere fiabesche, creando mondi sospesi tra realtà e fantasia. Lo spettatore è accompagnato in luoghi che sembrano tratti direttamente dai nostri sogni, ed ogni particolare è studiato per alimentare quel senso di meraviglia. Il contrasto tra questo tipo di delicatezza visiva e la complessità e l’universalità dei temi trattati caratterizzano lo studio, permettendo di parlare ad un pubblico di qualsiasi età, e creando così un’esperienza visiva ma anche emozionale significativa, da cui ognuno può trarre uno spunto personale.
Del resto, è lo stesso film a ricordarci che:
“certe volte non è importante ciò che è reale o no, ciò che importa è la storia a cui decidi di credere”.