‘Davide e il mostro’: Esplorare il coraggio di essere diversi

Davide e il mostro è un documentario del 2024 diretto da Francesco Squillace in concorso al festival internazionale del documentario Visioni dal Mondo, in anteprima il 14 settembre 2024.

La partecipazione di Davide e il mostro al Festival Visioni dal Mondo rappresenta un importante riconoscimento per il lavoro del regista, che si è distinto per la capacità di trasformare una storia personale in un racconto universale, capace di toccare le corde emotive di un vasto pubblico. Il festival, noto per celebrare i migliori documentari a livello internazionale, offre a Squillace una piattaforma per condividere il suo messaggio con spettatori provenienti da tutto il mondo, rafforzando la sua posizione come uno dei registi più promettenti del panorama contemporaneo.

Davide e il mostro Intreccio

La vita di Davide, illustratore milanese di trent’anni, è cambiata due volte: la prima, a otto anni, quando gli è stata diagnostica la Sindrome di Asperger; la seconda, quando ha preso per la prima volta in mano una matita. Da allora il disegno ha rappresentato il mezzo per superare le sue difficoltà di comunicazione. Non a caso a quattordici anni ha inventato un personaggio, un mostro nero e peloso a cui nessuno vuole bene. Patatone è diventato l’alter-ego che gli ha permesso, tramite le sue avventure disegnate, di raccontare come Davide si sentiva: un mostro per l’appunto. Ed è così che la nostra società spesso guarda ai diversi.

La Sindrome di Asperger

La sindrome di Asperger è un disturbo del neurosviluppo che fa parte dello spettro autistico. Non parliamo di malattia, ma di una condizione che dura tutta la vita e che non prevede una cura.

Alcune delle caratteristiche della Sindrome di Asperger sono la difficoltà nella comunicazione sociale,  a fare e mantenere amicizie e a interpretare le emozioni e le reazioni degli altri, difficoltà a vocalizzare e parlare in maniera coerente e anche difficoltà motorie.

Il personaggio di Patatone

Patatone è un personaggio immaginario descritto come un mostro nero, basso e peloso, con il naso rosso. È noto per la sua natura simpatica, vivace e avventurosa.

Sebbene Patatone ami fare scherzi e di notte si nasconda negli armadi fingendo di essere un maglione nero, il suo comportamento è giocoso e innocuo, tipico di molti mostri delle fiabe. Nonostante il suo aspetto insolito e le sue marachelle, è fondamentalmente un personaggio buono.

Rappresenta un aspetto del mondo interiore di Davide e riflette il suo sentimento di estraneità e del suo sentirsi diverso. Vive ai margini della società, proprio come Davide, e la sua esistenza simboleggia le difficoltà di chi si sente escluso o non accettato. La creazione di Patatone serve come mezzo per esplorare e comunicare il senso di isolamento e le esperienze di chi vive una realtà fuori dai normali schemi sociali.

Riflessioni

Davide e il mostro è una storia sul coraggio di mostrarsi per quello che si è e sulla riscoperta del concetto di normalità.

É un documentario che esplora nel profondo il complesso rapporto tra diversità e normalità, mettendo in luce il valore dell’amicizia e le esperienze di sentirsi rifiutati dagli altri. Il film si concentra sul concetto di normalità, un’idea che è stata in gran parte costruita e definita dalla socialmente e che, come si dimostra nel documentario, non ha una corrispondenza precisa in natura.

Come afferma il regista Francesco Squillace.

“A mio avviso Davide e il mostro, anche se questo tema non viene mai esplicitato, è un documentario sul coraggio. Il coraggio di due genitori che superano lo shock della diagnosi di autismo del loro bambino; il coraggio di Davide, che abbraccia con orgoglio il suo essere “diverso”, che non ha timore di raccontarsi; il coraggio di chi lavora con le famiglie di ragazzi autistici e le sostiene; e anche il coraggio degli autori di questo film nell’entrare in punta di piedi nella storia di una famiglia, nel provare a raccontare trent’anni di percorso”.