‘Dark Globe’ alla 39° edizione della Settimana Internazionale della Critica

Dark Globe è il corto di Donato Sansone presentato fuori concorso alla Settimana Internazionale della Critica, sezione indipendente della Mostra del Cinema di Venezia. Il programma della 39° edizione di SiC 2024 racchiude una selezione di opere completamente diverse e caratterizzate da stili eterogenei.

La storia di Dark Globe

Disegni eseguiti forse con una biro. Soldatini di plastica e aerei fatti con lo scotch di carta. Una casa nera da film dell’orrore. Mani che muovono veloci i fogli disegnati. Una colomba che esce da un cadavere. Un cristo assiso a un cubo di cartoncino. Un mondo che nasce e che collassa. Un big bang e gli alieni che se ne vanno. Un urlo straziante come quando ci si sveglia da un incubo. Dark Globe mostra una serie di sequenze animate che denunciano gli orrori della guerra ma soprattutto l’alienazione e il senso di totale estraneità davanti agli eventi da parte dell’uomo. La vita umana che si scontra e si autoelimina, diventa altro da sé e non si riconosce davanti allo specchio. L’uomo ha perso per sempre la sua identità e anche la sua natura perché non è più in grado di comunicare.

Dark Globe e la metafora della guerra

Dark Globe è un corto d’animazione che mescola tecniche e stili diversi per creare un tavolo da lavoro, quasi uno storyboard, sul quale il regista lavora con un punto di vista che parte dall’alto. Alla sua mano se ne aggiunge un’altra disegnata come se volesse partire da uno sguardo infantile. I soldatini e la navicella degli alieni sono giochi da bambini che qui vengono usati come materia prima per plasmare un’umanità diversa da Adamo ed Eva. Si tratta di un mondo inquinato e contaminato dalla guerra dove le figure umane si deformano come quelle dipinte da Francis Bacon. Un tema quanto mai attuale, impossibile da ignorare, che testimonia un’epoca di crisi e il fallimento di un sistema economico e politico in tutta la sua globalità.

L’umanità come macchina da guerra

In Dark Globe la guerra ha trasformato l’uomo in una macchina capace di uccidere e violentare il pianeta. Non esiste nessuna traccia di umanità e nessuna forma di perdono, si tratta ormai di un processo irrevocabile in cui non è più possibile tornare indietro. La vita stessa si è trasformata in un incubo dal quale non è possibile svegliarsi. Persino l’immagine di Cristo, emblema di sofferenza ma anche di sacrificio e di umanità, viene capovolta. Da un cubo di carta azzurra si apre una crocifissione di un uomo assiso al contrario. Voltando le spalle allo spettatore, sembra quasi tradito da coloro che appartengono alla sua stessa specie. Non c’è più speranza, ormai è finito il tempo e contemporaneamente ne è iniziato un altro, quello presente ancora da salvare.

Biennale di Venezia edizione 81 del grande Festival del Cinema