Il sindaco del Rione Sanità. Antonio Barracano, riconosciuto da tutti a Napoli come “il sindaco”, viene chiamato a risolvere le cause private dei suoi concittadini, secondo il suo incontestabile e singolare giudizio.
Dalla pièce teatrale di De Filippo
Questa storia, però, già la conosciamo. Mario Martone decide infatti di portare al cinema la pièce teatrale di Eduardo De Filippo del 1979. Don Antonio, all’epoca interpretato da De Filippo, era un uomo emaciato e stanco, un ex camorrista divenuto punto di riferimento per i cittadini napoletani, i quali vi si rivolgevano per mettere fine a dispute private: lunghe storie di truffe, rapine, vendette personali, estorsioni, o “semplici” sparatorie, talvolta persino nate per gioco, come quella con cui questa storia comincia.
Il protagonista di De Filippo è un personaggio crepuscolare, dalla sottile e intelligente ironia, al servizio della pace e della giustizia. Martone ci restituisce invece un Antonio Barracano diverso: giovane, forte e carismatico, interpretato da Francesco Di Leva, vincitore del Ciack d’Oro nel 2020 come migliore attore protagonista. Una Napoli che in tutto, linguaggi e dinamiche familiari, è cambiata, o forse no.
La stessa lotta per la sopravvivenza
La città all’inizio del film è quella che sembra dormire nella notte silenziosa dei suoi vicoli bui. La stessa in cui, per gioco o per dispetto, parte un colpo, un uomo si ferisce alla gamba e il medico, interpretato da un virtuoso Roberto De Francesco, al servizio fedele di Don Antonio, si prepara a salvare il malcapitato. La lotta alla sopravvivenza riparte da dove l’avevamo lasciata.
Come sappiamo un caso fra tutti assume un peso diverso: quello di un padre, uomo “onesto”, gran lavoratore e gestore di una panetteria alla Sanità di Napoli, che sceglie di diseredare suo figlio, lasciandolo in gravi difficoltà economiche insieme alla sua fidanzata incinta. La faida padre – figlio rischia di diventare la premessa di un omicidio inevitabile e il sindaco è chiamato ad agire tempestivamente.
Il microcosmo di Martone
Mario Martone presenta Il sindaco del Rione Sanità alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, vincendo il Leoncino d’Oro nel 2019. Il regista è da sempre innamorato delle grandi storie. Pensiamo al Giovane Favoloso sul grande poeta Giacomo Leopardi (2014) o al recentissimo documentario su Massimo Troisi, Laggiù qualcuno mi ama (2023). Storie di cui pensiamo di conoscere i dettagli e che lui invece riapre, svelandone ancora qualcosa di nuovo.
Scopri qualcosa in più nella nostra conversazione con Mario Martone.
Il microcosmo di Martone non ha posto per il disincanto e la pacatezza delle creature di De Filippo, che su quelle dinamiche oscure sapevano ancora ironizzare. Quelle di Martone sono sature: di rancore, di dolore, di sopportazione, e l’interpretazione dei personaggi ne dà la piena espressione.
Martone riesce, attraverso una lodevole rivisitazione, a cogliere tutta la drammaticità di questa storia. A distanza di anni ci rendiamo conto che l’Inferno in fondo ha leggi proprie. Come succede nel suo acclamato Nostalgia (2022), la civiltà della vergogna è efferata e il fiume di sangue continua a scorrere, anche su chi ha riposto ogni speranza in una redenzione.
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