fbpx
Connect with us

Giornate degli Autori

‘Sugar Island’ di Johanné Gómez Terrero, la poesia degli umili

Straordinaria e potente, la storia di Makenya è scritta per poter supportare la causa delle donne, dei lavoratori della canna da zucchero e degli immigrati haitiani

Pubblicato

il

Sugar Island di Johanné Gómez Terrero

Sugar Island di Johanné Gómez Terrero è il primo lavoro di finzione della regista, prodotto da Guasábara Cine e Tinglado Film, è in concorso nella sezione Giornate degli Autori alla 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Dal dramma precoce di una adolescente incinta, alla battaglia irrisolta dei lavoratori migranti: il film di Johanné Gómez Terrero avvolge nello zucchero un’amara verità.

Sugar Island di Johanné Gómez Terrero, la trama

Makenya (Yelidá Díaz) è un’adolescente ignara e disinformata. Per questo, come la madre (Ruth Emeterio), rimane incinta giovanissima in un Paese, la Repubblica Domenica, dove l’aborto è illegale. La gravidanza viene quindi a segnare ulteriormente una famiglia che già si è fatta carico della battaglia dei lavoratori della canna da zucchero, anime sfruttate da padroni fintamente interessati. A questo si aggiunge la pesante realtà dell’assenza di documenti, la condizione di conclamata e diffusa illegalità in cui diversi tra gli amici di Makenya, haitiani di origine, risiedono nella Repubblica Domenicana.

SUGAR-ISLAND- Giornate degli autori

‘Sugar Island’ di Johanné Gómez Terrero – in Concorso nella sezione Giornate degli Autori alla Biennale Cinema. Yelidá Díaz è Makenya.

Poesia di una realtà graffiante

La storia di Sugar Island ruota intorno ad una gravidanza inattesa. Quando Makenya svela alla madre quel segreto, è una vera e propria impennata emotiva che rimbomba nelle sonorità elettroniche scelte per amplificare le conseguenze di questa condizione. Johanné Gómez Terrero sceglie di raccontare la confessione in un momento di cura materna, dove i capelli, che celebrano anche l’identità specifica e unica di quelle donne, sono ciò su cui la frustrazione e la rabbia si sfogano.

Eppure la storia di Makenya è molto più della vita di una adolescente dissestata, quanto più il dramma della comunità di immigrati della Repubblica Dominicana, la più parte di loro haitiani, che combattono perché la loro identità venga riconosciuta. Si parte da una gravidanza portata da una adolescente inconsapevole, che non fa che ripetere a specchio la vicenda della madre e di quante altre donne e figli del posto. Gli stessi che, senza documenti, non hanno alcun diritto, lavorano per lo più nelle piantagioni di canna da zucchero senza garanzie sociali o pensionistiche, e con il rischio in ogni momento di essere rimpiazzati dalle macchine. Macchine che, nel racconto di Gómez Terrero, sfoggiano a loro volta una poetica e maestosa presenza, lente nel passaggio inesorabile di una catena produttiva che arricchisce chiunque tranne coloro che ne avrebbero diritto.

È haitiano. Non è umano in questo mondo.

In questo è particolarmente iconica la figura di Leroi, dominatore a cavallo, che vive il mondo dall’alto del suo destriero e ci riporta alla memoria quei conquistadores di un iconico passato coloniale, che sembra non aver mai mollato la morsa su queste terre.

SUGAR-ISLAND

‘Sugar Island’ di Johanné Gómez Terrero – in Concorso nella sezione Giornate degli Autori alla Biennale Cinema

La regia matura di Gómez Terrero

Sebbene venga da un’esperienza più documentaria, Gómez Terrero non mostra alcuna incertezza. Tutt’altro: la stabilità e la coerenza con cui il film si apre al pubblico, la netta prevalenza di una narrativa sensibile e ricca di empatia, la narrazione consapevole degli strumenti visivi e cinematografici, ne fanno un film di inaspettata maturità.

La regista sceglie infatti un linguaggio e un montaggio accattivante: il dramma si avvolge al progredire della storia e costruisce sequenze che interrompono, amalgamano, distendono, sforzando il ritmo e rallentando i tempi, pur mantenendo un approccio visuale coerente. I personaggi lanciano cose che volano in aria e si posano con effetto teatrale, quasi fossimo in un sogno.

L’uso delle musiche è minutamente calibrato: i ritmi sono a tratti tribali, intessuti di tradizione caraibica, e si alternano ha prodotti più complessi scatenando una danza continua, diversa e sperimentale, se non addirittura bestiale nei suoi tratti primordiali.

Bellissima inoltre la commistione, l’intersezione tra fiction e documentario che in Sugar Island di Johanné Gómez Terrero coesistono poeticamente nella delicata drammatizzazione di questa realtà, che le protagoniste realizzano come un lavoro teatrale sperimentale a tu per tu con il territorio.

La sofferenza, così, in quest’onda narrativa trascinante, emerge vivida e reale.

Sugar Island

  • Anno: 2024
  • Durata: 91 minuti
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Repubblica Domenicana, Spagna
  • Regia: Johanné Gómez Terrero
  • Data di uscita: 05-August-2024

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers