‘God is a bullet’: proiettili e sermoni nichilisti
Arriva su Sky, la storia iper-violenta di una vendetta apparentemente infinita, dove un detective della polizia cerca di ritrovare la figlia rapita da una setta satanica assetata di sangue
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Peccato che questo non accada in God is a bullet, un action-thriller dove troppe cose bollono a lungo in pentola. Tratto da una storia vera, il film di Nick Cassavetes racconta la storia di un brav’uomo trascinato all’inferno che, nonostante il ventre squarciato, riuscirà a sopravvivere tra granate, proiettili, e fiamme.
Il film, visibile su Sky, con protagonisti Nikolaj Coster-Waldau, Maika Monroe, Karl Glusman, January Jones e Jamie Foxx, è l’adattamento cinematografico del romanzo del 1999 Dio è un proiettile (God Is a Bullet) scritto da Boston Teran.
Il detective, la setta e la ragazza rapita
La mattina di Natale, il detective Bob Hightower, (Nikolaj Coster-Waldau) scopre i corpi dell’ex moglie e del suo nuovo compagno brutalmente massacrati da un gruppo di satanisti tatuati. La figlia adolescente di lui, Gabi (Chloe Guy) non si trova da nessuna parte. L’uomo sceglie di usare tutte le risorse a sua disposizione per trovare chi l’ha rapita. La sua ricerca lo porta a Case Hardin (Maika Monroe), un’ex tossicodipendente fuggita dalla setta. La sua testimonianza conferma che tutte le prove lasciate in casa puntano a loro, ma il supervisore di Bob, John Lee (Paul Johansson), gli proibisce di indagare sul caso. Quando Case si presenta alla sua porta dicendo che l’unico modo per trovare Gabi è lavorare al di fuori della legge; Bob decide così di passare dall’altra parte. La donna conosce il modo di operare del gruppo e, attraverso il loro tatuatore (Jamie Foxx), conduce Bob direttamente dal capobanda psicotico Cyrus (Karl Glusman). Il duo mal assortito si fa strada dentro un desolato Southwest fatto di vizi e miseria, dove proliferano scambi ripetitivi su fede, male e mortalità, talvolta fin troppo carichi di significato filosofico.
Un adattamento che non convince
Per quanto Coster-Waldau e Monroe si sforzino, la loro relazione risulta così piatta da sembrare quasi un momento di pausa tra episodi di caos e urla costanti. L’adattamento di Nick Cassavetes del romanzo omonimo di Boston Teran non si basa su eventi reali. É un pasticcio ambizioso carico di alti e bassi. Un thriller che insegue la vendetta a colpi di arma da fuoco, e che ci ricorda quanto male ci sia nel mondo senza mostrare il minimo interesse nello spiegare il perché. Nonostante l’ottima premessa iniziale, God is a bullet ci costringe ad assistere a scene infinite di uomini malvagi che si rilassano in bar illuminati al neon. La religione e i culti satanici sono solo le due facce della stessa medaglia. Il film vuole scuotere la fibra religiosa del suo protagonista moralmente integro, Bob Hightower. E vacilla ogni qualvolta l’uomo cerca di stabilire la sua superiorità morale, con Case che sostiene che c’è poca differenza tra adorare Dio o Satana. La sceneggiatura, a tratti piuttosto banale, si limita a fare sermoni pesanti che continuano ad allontanarci dalla storia.
Tatuaggi e spruzzi di sangue
L’unica figura di spicco in God is a bulletè Maika Monroe. Interpreta una donna disturbata in lotta contro il mondo, uno spirito libero. Ogni inclinazione della testa e la sua ampia fisicità raggiungono l’esatto equilibrio tra raffinatezza, fragilità e letalità, caratteristiche che la rendono perfetta per questo ruolo. É esattamente quel tipo di vittima per la quale la vendetta sembra l’unica risposta appropriata. Inutile, invece, è la figura di Jamie Foxx, il tatuatore del gruppo. Un uomo con la vitiligine, senza una mano e con orribili tatoo.
Apprezzabile è la scelta del regista di usare i colori cupi, ravvivati solo da spruzzi rosso sangue e dal blu delle parrucche. I tatuaggi e il trucco usato per Jamie Foxx sono davvero scadenti. I disegni appaiono così anneriti da sembrare scarabocchi. Gli esterni sono profondi e ti permettono di esplorare i luoghi desolati. Nelle sue due ore e mezza di durata, God is a bullet scatena abbastanza violenza gratuita che non ha davvero motivo di esistere. Il film si rivela tetro, sanguinoso e trash, e soprattutto troppo lungo.
Il trailer ufficiale di God is a bullet
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God is a bullet
Anno: 2023
Durata: 156
Regia: Nick Cassavetes
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