Quando Oscar Diggs, un piccolo mago circense dall’etica dubbia, viene scagliato dal polveroso Kansas al vivace regno di Oz, crede di aver vinto alla lotteria. Fortuna e gloria sembrano essere a portata di mano, finché non incontra tre streghe, Theodora, Evanora e Glinda, non così convinte che sia lui il grande mago che tutti stavano aspettando…
Nell’era dei sequel, prequel, remake, si unisce, tra gli altri, Il Grande e potente Oz, il nuovo film di Sam Raimi, ispirato alla favola delle favole, ll meraviglioso mago di Oz (The Wonderful Wizard of Oz) di L. Frank Baum. Di adattamenti ne sono stati fatti tanti, al cinema, come in teatro ed in tv; il più famoso fu Il Mago di Ozdi Victor Fleming con Judy Garland nelle vesti di Dorothy, a cui seguì un sequel non ufficiale nel 1985, diretto da Walter Murch e prodotto dalla Disney, dal titolo Nel fantastico mondo di Oz.
La storia racconta le avventure della protagonista Dorothy, stravolta da un ciclone, e scagliata dalla tranquilla e grigia fattoria degli zii, nel Kansas, al magico e misterioso Regno di Oz. Se vuole tornare a casa, la bambina deve parlare col Mago di Oz in persona, ma non è facile: per raggiungerlo, nella sua meravigliosa Città di Smeraldo, Dorothy dovrà attraversare territori sconosciuti e superare mille insidie. Per fortuna lungo il tragitto trova tanti amici, lo spaventapasseri senza cervello, l’uomo di latta senza cuore e il leone codardo. Chi può dire di non conoscere tale storia? Ad un primo impatto allora Il Grande e potente Oz non è altro che l’ennesimo scontato adattamento di una storia popolare, ma scoprirete che non è così. Il film di Sam Raimi, infatti, costituisce un prequel del romanzo di Baum, un’intelligente rivisitazione della biografia di quel famoso Oz, conosciuto da tutti come il potente mago del regno di Oz. Spazio alla creatività allora, e all’inventiva del regista e degli sceneggiatori Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire i quali, insieme, hanno progettato il passato di Oz.
Il protagonista è interpretato da James Franco, un mago circense di basso livello, che si aggira di paese in paese per ingannare il suo pubblico, impostore e fannullone dunque, nonché donnaiolo e infedele di natura. Un giorno però è costretto a fuggire in mongolfiera dopo un’ennesima malefatta nei confronti della donna sbagliata: catturato da un ciclone (proprio come accadde a Dorothy), l’uomo si ritrova nel regno incantato di Oz. Come in ogni favola che si rispetti, il regno in cui il nostro protagonista si trova è nelle mani delle forze del male, rappresentato qui dalla strega cattiva, e lui è così chiamato a liberarlo, riportando l’ordine e la pace. Quello che gli abitanti si aspettano da lui è che usi la sua potentissima magia, che però non esiste; Oz è solo un impostore. Come farà quindi a salvare il regno di Oz? La risposta risiede proprio nella sua abilità nell’inganno.
Il grande e potente Oz di Sam Raimi è quindi un prequel, un film che, dal punto di vista della sinossi, aggiunge qualcosa di nuovo alla storia deIl Meraviglioso mondo di Oz, curandone gli aspetti più divertenti, e che, dal punto di vista visivo e cinematografico, rappresenta un mondo tra i più fantasmagorici e affascinanti, ancora tutto da scoprire.
Uno degli aspetti più rilevanti del film risiede sicuramente nel suo stile, che con leggerezza passa da un 1.33:1 (l’equivalente del 4:3 televisivo) reso in bianco e nero, che coincide dunque con la vita di Oz, prima di diventare il grande e potente mago di Oz, all’apertura al formato panoramico e al colore, dal momento in cui il protagonista sbarca nel favoloso regno incantato. Chiaro è il riferimento diretto al film del 1939 (girato in Technicolor, ma con un prologo ed epilogo realizzati in un bianco e nero virato al seppia), ma anche la volontà di mostrare visivamente la differenza tra i due mondi, il primo triste e grigio che corrisponde alla realtà, e il secondo, il regno di Oz, meraviglioso, colorato ed esageratamente iper-reale. Proprio qui risiede uno dei meriti maggiori del film di Raimi: se inizialmente il film appare noioso e poco originale, da quando James Franco atterra nel nuovo mondo con la sua mongolfiera e si ritrova tra la vegetazione bizzarra, le streghe(protagoniste Rachel Weisz, Michelle Williams e Mila Kunis), e gli eccentrici abitanti che lo popolano (tra cui la scimmietta volante, la piccola e delicata bambola di porcellana, chiari riferimenti ai compagni di viaggio di Dorothy) abbiamo la netta impressione di assistere ad un film visionario e fantastico come pochi altri oggi. Tutto è all’insegna di composizioni cromatiche, d’immagini che seducono fatalmente lo spettatore. Tra l’altro, l’uso del 3D è magistrale e, per una volta, non solo è di supporto al film, ma ha la capacità di perfezionarlo.
Appalusi quindi per Sam Raimi, che è riuscito a fare di un film che si profilava come il solito prodotto Disney un’opera di rara qualità stilistica, che appassionerà dai più piccoli ai più grandi, celebrando il mezzo cinematografico stesso che si serve dunque dell’illusione e dell’inganno per conquistare il suo pubblico e salvare il mondo di Oz. Come disse il filosofo Maurice Merleau-Ponty, il cinema “è lo strumento di una magia universale che trasforma le cose in spettacoli e gli spettacoli in cose, me stesso nell’altro e l’altro in me stesso“.
Valentina Calabrese
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers