Il cortometraggio You’re happy it’s okay della regista Laura Low, in concorso al Sentiero Film Factory, ci porta a scoprire il delicato legame tra una giovane ragazza e la sua anziana zia. Costretta su una sedia a rotelle, la zia è dipendente dalle cure della nipote, la quale, nonostante il suo impegno, vive una vita amorosa insoddisfacente, priva di sentimenti sinceri e profondi.
Un corto che esplora il potere della cura reciproca
Il corto ci mostra un ribaltamento del concetto tradizionale di assistenza, dove chi aiuta non è solo la nipote. Anche l’anziana zia contribuisce, non con gesti pratici, ma sollevando il malessere interiore che opprime la giovane. Il loro rapporto diventa uno scambio reciproco di cure, evidenziando come la forza dei legami umani vada oltre il semplice aiuto fisico.
Amore e felicità: i temi centrali di You’re happy it’s okay
Due temi chiave del cortometraggio sono l’amore e la felicità, richiamati frequentemente dalla speaker di un programma radiofonico che accompagna e commenta, in modo sottile e illuminante, gli eventi. La giovane protagonista, intrappolata in una serie di relazioni insoddisfacenti, riceve i consigli della zia che, nonostante le sue limitazioni, la incoraggia a trovare serenità prima dentro di sé.
Il legame tra passato e presente: l’incontro con Ah Meng
L’anziana, affetta da demenza senile, crede di incontrare regolarmente il marito defunto. Col tempo, la nipote accetta e asseconda questa convinzione, aiutandola a prepararsi per quello che sembra essere l’ultimo incontro con l’uomo amato. Ah Meng, il marito, pur rimanendo invisibile a noi spettatori, è presente nella mente della zia e sembra manifestarsi alla giovane nipote nella scena finale.
Un finale poetico tra dediche e riflessioni emotive
La narrazione si chiude con un messaggio toccante: la voce alla radio annuncia una canzone dedicata dalla zia alla nipote, ringraziandola per le sue cure e invitandola a essere felice. Un finale che riflette la bellezza della reciprocità e della cura emotiva, senza mai sfociare nel sovrannaturale, ma mantenendo un’intensità intimista che lega i personaggi anche oltre la vita.