E’ in uscita oggi, giovedì 6 giugno, il film di Ishana Night Shyamalan. La figlia dell’omonimo regista debutta sul grande schermo con The Watchers – Loro ti guardano: asato sul romanzo di A.M. Shine, il film è stato adattato dalla stessa regista, che viene affiancata dal padre in veste di produttore.
The Watchers, le parole della regista
Ishana Night Shyamalan racconta l’idea e il frutto del suo nuovo film.
“Quando stavo decidendo quale sarebbe stato il mio primo lungometraggio, ho cercato diverse fonti di ispirazione; volevo provare a combinare elementi fantasy e thriller. – racconta Ishana – Quando ho ricevuto il libro di A.M. Shine ho iniziato a leggere e…a pagina 70, ho pensato: ‘Devo fare questo film’. È un libro meraviglioso, strutturato come un film: è così visivo”.
La trama si svolge nel cuore delle verdi foreste irlandesi, un bunker caratterizzato da una grande vetrata. Chi vi trova rifugio diventa oggetto degli sguardi e dell’interesse delle terrificanti e misteriose creature che abitano tra i boschi. È qui che arriva tragicamente Mina, un’artista 28enne in crisi interpretata da Dakota Fanning.
“Mina è una giovane ragazza che si trova in un periodo stagnante della sua vita; sta cercando qualcosa e si imbatte in questa esperienza soprannaturale. Ma potrei identificarmi con questa fase “di mezzo” nella vita di una giovane donna. Non sei più molto giovane e non sei nemmeno già grande, stai cercando di capire chi sei e cosa vuoi fare. L’ho potuto vedere nel personaggio e, parlando con Ishana, penso che entrambi potremmo identificarci in questo. La visione di Ishana per questo progetto, era molto chiara fin dall’inizio. A causa della famiglia da cui proviene, penso che ami questo mondo soprannaturale, tra il mistico e il mitico. Era molto chiara su ciò che voleva e anche il suo stile di regia è molto chiaro. Sa sicuramente cosa sta cercando e cosa vuole… ed è una persona adorabile e gentile. Mi è davvero piaciuto conoscerla e lavorare con lei. Ero entusiasta di vedere la sua visione prendere vita”.
Poi la spiegazione sull’elemento cruciale del film: il bunker.
“Il bunker è un posto davvero intrigante, che ci ha dato così tanto con cui giocare e su cui riflettere durante la sua progettazione. In sostanza, è un osservatorio, ma funziona in due modi: stai guardando fuori, ma sei anche osservato. Come sarebbe una struttura costruita per due modi di guardare, con la possibilità di giudizio da entrambe le parti? Eravamo attratti dall’idea che fosse quasi uno spettacolo teatrale, con elementi e luci molto teatrali, dove in ogni momento vieni osservato e messo in mostra. Può essere una sensazione molto spiacevole. Quindi, ci siamo appoggiati all’architettura brutalista e ai colori e alle trame ad essa associati. L’abbiamo costruita su un palcoscenico: al suo interno sembrava alienante. È stato molto interessante il modo in cui ciò ha cambiato i loro corpi, le loro performance: l’atto di essere in questo spazio ed essere osservati”.