David Cronenberg ha detto, a The Hollywood Reporter, che andare sulla Croisette è “una pubblicità fantastica” per i registi. Ma ha aggiunto con molta ironia che:
“Cannes è fantastica, perché il mondo viene a Cannes, il mondo del cinema, per vedere i film in concorso. É molto eccitante e divertente, ma può anche essere terrificante per un regista, perché, sì, vuoi i riflettori su di te ma quando succede hai paura, perché non si è mai sicuri di non cadere sulle scale che sono davvero alte.”
David Cronenberg presenterà il 20 maggio, al 77° Festival di Cannes, The Shrouds. Un film ispirato alla morte della moglie avvenuta nel 2017. L’opera, che potrebbe essere l’ultima della sua carriera, parla di un uomo, rimasto vedovo e in connessione con la moglie, grazie ad un sofisticato sudario tecnologico di sepoltura del suo corpo. Ne è protagonista Vincent Cassel, già presente nel cast di A History of Violence.
The Shrouds: Il profeta della nuova carne presenta un’opera al limite tra shi-fi e horror
David Cronenberg ha da sempre esplorato nelle sue opere gli aspetti più inquietanti dell’organismo umano. Mostrando come il nostro fragile corpo possa essere infettato da invasioni aliene, malattia mentale, droghe e perversioni. Tutti questi temi sono stati trattati dal regista in film disturbanti come Rabid, Il demone sotto la pelle, La mosca, Spider, Il pasto nudo e Crash.
Neanche la tecnologia, gli impianti Vhs e la realtà virtuale visti in Videodrome, eXistenz e Crimes of the Future hanno dimostrato di poterci salvare dalla carne. Evidentemente, il passo finale del tradimento del corpo è la morte, già tema del surreale cortometraggio del 2021, The Death of David Cronenberg diretto dalla figlia Caitlin.
The Shrouds, presentato in concorso, è stato scritto dal regista sette anni fa dopo la morte della sua compagna e parla appunto di sudari. Sembra, dalle prime anticipazioni arrivate, che sarebbe piaciuto molto allo scrittore Philip K Dick.
Cronenberg è di casa al Festival di Cannes, dove è stato l’ultima volta due anni con Crimes of the Future e potrebbe chiudere la sua brillante carriera proprio sulla Croisette. Parlando con la rivista The Hollywood Reporter, ha detto di non avere idea adesso su quello che farà in futuro. Ha aggiunto di non poter dire se farà o meno un altro film dopo questo. In realtà, aveva parlato proprio a Cannes di un probabile ultimo film ai tempi di Maps of the Stars nel 2014, interpretato da Julianne Moore, che aveva vinto il Prix d’interpretation féminine.
Tutte le sue opere hanno lasciato il segno. Da Crash in poi, vincitore nel 1996 di un Special Jury Prize. La sigla stilistica e l’assoluta originalità del regista canadese hanno del resto influenzato nuovi registi. Non ultima Julia Ducournau, vincitrice nel 2021 della Palma d’Oro a Cannes con l’horror atipico Titane.