Oliver Stone: Annunciato ‘Lula’, documentario sul presidente del Brasile

Il regista Oliver Stone, tre volte premio Oscar, presenterà il suo atteso documentario Lula al Festival di Cannes 2024, fuori concorso. Il nuovo documentario del regista di  JFK, incentrato sul controverso presidente brasiliano Lula da Silva, arricchisce il programma della nuova edizione del Festival di Cannes. Programma diviso tra i più grandi registi della fine del Novecento e  gli autori del nuovo millennio, simbolo di  una vitalità cinematografica in continua espansione.

Il documentario

Stone ha girato il documentario sul presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, eletto per tre volte,  racconta la detenzione del sovrano tra il 2018 e il 2019 e il suo ritorno al potere. Il regista Newyorkese ha lavorato al lungometraggio nel 2021, quando Lula da Silva ha contratto il COVID durante le riprese a Cuba.

Stone ha anticipato Lula a alla rivista Jacobin ad inizio dell’anno, dichiarando che il film sarebbe, indicativamente, uscito entro la fine dell’anno.

Continua così il regista:

“Come sapete, l’ho avuto negli altri film con Hugo Chávez. E, naturalmente, ha avuto una storia molto drammatica, soprattutto con la sua incarcerazione dopo il suo secondo mandato. Ora è tornato – ha vinto un terzo mandato. È una bella storia. È un uomo meraviglioso”.

Gli ultimi progetti di Oliver Stone

Stone ha recentemente pubblicato il documentario Nuclear Now, un progetto che, come ha dichiarato da Jacobin, è stato ispirato dalle polemiche che hanno circondato Una scomoda verità nel 2006.

“Non sto cercando di gestire una società di dibattito; sto cercando di gestire una scienza orientata ai fatti, in cui si dice che questo è ciò che dicono gli scienziati. Non è quello che dicono i contestatori”, ha detto Stone a proposito del servizio. “Spero che capiate che c’è anche un problema di tempo e di chiarezza. Avevo molto terreno da coprire – non potevo coprire tutto. Ma dovevo partire dal passato: cos’è l’energia nucleare? Attraverso la sua storia, dalle origini, attraverso i movimenti di protesta degli anni ’70, che ne fanno parte, poi quello che è successo negli anni ’80 e ’90, per poi arrivare al dibattito di Al Gore sulle energie rinnovabili – la strada è ancora lunga – e sul futuro dell’energia nucleare. Ci sono voluti un’ora e quarantaquattro [minuti], che sono praticamente al limite della soglia di attenzione della maggior parte delle persone. Volevo che questo film fosse adatto a ragazzi di prima o terza superiore. Volevo che non fosse troppo strano”.

Fonte: Indiewire