La storia del secondo grande torneo internazionale di calcio femminile disputato di fronte a decine di migliaia di spettatori negli stadi di Azteca e Città del Messico
Copa71 è il film vincitore della menzione speciale della giuria al Pordenone Docs Fest. Un documentario che ripercorre uno dei momenti storici del calcio giocato. Un mondiale diventato leggenda ma che per i vertici della Fifa non fu mai disputato.
Il doc arriva al cinema distribuito dal 12 maggio.
Copa 71, la trama
Il documentario si sofferma sulle partite del Mondiale del 1971, il secondo grande torneo internazionale di calcio femminile dopo quello in Italia. Il film riavvolge il nastro di quell’evento al quale parteciparono sei squadre da tutto il mondo nello stadio Azteca di Città del Messico. Il tutto davanti a più di 100.000 spettatori.
Copa 71, la recensione
Messico. 1970. Triplice fischio. Il primo mondiale trasmesso a colori si è concluso con la vittoria del Brasile di Pelé contro gli azzurri di Rivera e Mazzola. Un vero successo su ogni fronte (tranne per l’Italia) ma tutti hanno ancora il ricordo degli spalti gremiti negli stadi. Un’esperienza che ha lasciato il segno nella storia del calcio e nel cuore dei tifosi come si vede in Copa 71, diretto da Rachel Ramsay e James Erskine. Tutti sono concordi nel riportare in Messico questa atmosfera di festa insieme alle più grandi squadre al mondo. Ma dato che il Messico ha già ospitato la coppa del mondo maschile, un gruppo di imprenditori ha pensato bene di organizzare il Trofeo Martini e Rossi proprio nel centro America.
Avversari interni
Del resto l’interesse verso il calcio femminile si è già manifestato l’anno prima con la prima edizione in Italia, che si conferma pioniere di un movimento sportivo in forte crescita. Ma questa è un’occasione d’oro per sfruttare la scia del Mundial per una grande competizione sportiva a livello internazionale. Copa 71 è il racconto di quella impresa storica delle squadre di calcio provenienti dall’Inghilterra, dall’Argentina, dal Messico, dalla Francia, dalla Danimarca e dall’Italia. Una rosa di giocatrici che ha risposto sul campo a quei segnali di chiusura e di mancata lungimiranza da parte dei vertici della Fifa. Per impedire alle ragazze di giocare hanno fatto davvero di tutto. Hanno minacciato le federazioni, impedito di usare i campi ufficiali. Ma paradossalmente non hanno fatto altro che accelerare quel processo fino al 1991 quando la Fifa decide di organizzare il Women’s World Cup in Cina.
Il mondiale nascosto
Copa71 ripercorre ogni vicenda attraverso le testimonianze dirette delle protagoniste tra cui Elena Schiavo, calciatrice friulana considerata tra le più forti al mondo. Il documentario intreccia vari filoni narrativi dall’organizzazione dell’evento ai materiali d’archivio che negli anni hanno accumulato solo polvere. Da giocatrici si sono trasformate in rockstar al pari dei Rolling Stones. In Messico tutti stravedevano per loro, ma quel campionato non è mai stato digerito dai massimi rappresentanti della Fifa che hanno cercato non solo di boicottare ma addirittura cancellare quella competizione. In parte, bisogna dirlo, ci sono riusciti. Quella bolla è scoppiata poco dopo la fine del mondiale, ma il 1971 è diventato per il calcio (e non solo) un vero e proprio punto di rottura con il passato. Il pallone si è mosso, e con esso un intero movimento che aveva il diritto di giocare. Non tanto per vincere una partita, ma per scendere in campo e provarci. Come tutti gli altri.
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