Per il Thailand Day dell’Asian Film Festival, due film in concorso molto diversi tra loro nei temi, ma affini nel taglio generazionale rappresentato. Con Solids by the seashore i cambiamenti climatici sono anche interiori.
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Solids by the seashore. Cinema Arte e Natura per raccontare la Thailandia che cambia
Solids by the seashore, ovvero“Solidi in riva al mare”, questa la traduzione letterale del titolo che evoca senz’ombra di dubbio una installazione artistica. Le installazioni artistiche a tema ambientale sono quelle che portano in galleria la nostra co-protagonista, libera solo in apparenza. Scopriremo presto che è ancora vittima di una forma di subalternità psicologica nei confronti dell’uomo maturo, il “maestro” che stima e molto le ha insegnato…
Si sente l’incanto per l’ambiente e la natura (in particolare il mare) che circonda i personaggi e che avvolge l’animo delle due protagoniste: una delle due ne sublima in forme artistiche la critica all’impatto potente dell’essere umano. Ed è forse questo il tema che ha trainato il film in patria, forse uno dei primi film thailandesi attento all’impatto ambientale. Una Thailandia consapevole dei rischi dei cambiamenti climatici in atto, e di un mondo in cambiamento, che resta tuttavia legato alle antiche modalità relazionali, fatte di matrimoni combinati e riti religiosi, specie nel Sud.
Il cinema thailandese scopre il potere della sorellanza
In Solids by the seashore la vita di una delle due protagoniste, in procinto di convolare a nozze col figlio dell’amico di famiglia, viene sorpresa in un tumulto di emozioni quando scopre i piaceri della libertà e della sorellanza con cui la travolge una nuova amica. Un argomento certamente estremo, quello dell’omosessualità femminile, per la piccola comunità musulmana presente nel Sud, dove il 95% del resto della popolazione è di religione buddista.
Il film scorre lento. Prevalgono i primi piani stretti che si alternano a panoramiche marine di una costa quasi “metafisica”, surreale. Spettacolare il finale che sfocia quasi nella video-arte dove le emozioni delle protagoniste (e la loro unione carnale) viene raccontata attraverso il fondersi dei suoni e dei flutti marini.
Una coraggiosa opera prima
Patiparn Boontarig si è laureato in cinema e fotografia presso l’Università Thammasat di Bangkok e ha lavorato a numerosi documentari come regista e sceneggiatore. È stato assistente alla regia nel film MANTA RAY di Phuttiphong Aroonpheng (Mostra del cinema di Venezia 2018) e in ANATOMY OF TIME di Jakrawal Nilthamrong (Grand Prize Tokyo FILMeX 2021). Solids by the seashore è il suo primo lungometraggio.
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