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Spike Lee, quando il cinema diventa impegno civile

Mercoledì 20 marzo il noto regista Spike Lee compirà 67 anni. Nel tempo, ha contribuito a dare una nuova visione del cinema nero

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Spike Lee è un regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico e scrittore statunitense. Nato ad Atlanta, in Geogia, il 20 marzo 1957, è figlio di Bill Lee, musicista jazz e responsabile delle musiche di molti suoi film e di Jacquelyn Carroll Shelton, che di professione era un’insegnante.

Il noto regista cresce a Brooklyn, si iscrive a un college di Atlanta frequentato da soli afroamericani e inizia a girare i primi corti mentre frequenta la Tisch School of the Arts di New York. Con il passare degli anni, il suo ruolo avrà un impatto molto importante, portandolo ad essere uno dei registi afroamericani più significativi.

Spike Lee ha contribuito a dare una nuova visione del cinema nero. Nei suoi film affronta temi politici e sociali, quali il razzismo, le relazioni interrazziali, la violenza e le droghe. BlacKkKlansman (2018), suo penultimo film, presentato al Festival di Cannes, vince il Grand Prix speciale della giuria per poi ottenere, nel 2019, l’Oscar alla miglior sceneggiatura non originale, il primo Academy Award in assoluto per il regista.

“Qual è la differenza tra i personaggi di Hollywood e i miei personaggi? I miei sono reali.”

Spike Lee compirà 67 anni il 20 marzo e in occasione di questo traguardo ecco un breve approfondimento sul suo modo di fare cinema attraverso alcune delle sequenze più significative.

Il cinema di Spike Lee

Spike Lee

Spike Lee ha messo sempre al centro la storia afroamericana all’interno della sua  filmografia: dai primi cortometraggi mentre studiava cinema nelle vesti da studente, fino alle sue prime pellicole per il grande schermo.

Il poliedrico regista ha contribuito a portare all’attenzione di un ampio pubblico molte questioni sociali. È stato il primo cineasta nero capace di catturare la cultura, ma soprattutto le problematiche degli uomini di colore. Consacrato come uno degli attori-registi più influenti del cinema americano per il suo modo di far combaciare il cinema con i messaggi politici e, ovviamente, per le sue qualità da regista.

Spike Lee, due sequenze iconiche

Colori caldi e vivaci, primi piani con sguardi fissi in camere e quelle inquadrature che pongono l’attore sullo stesso piano della cinepresa. Dentro al cinema di Spike Lee c’è tutto questo, e molto altro ancora.  Di seguito due sequenze iconiche riprese da Fa’ la cosa giusta e La 25ª oraprobabilmente i due film che meglio rappresentano lo stile del regista statunitense.

Fa’ la cosa giusta (Do the Right Thing, 1989) 

Un giovane Spike Lee, poco più che trentenne, decide di creare quello che quasi sicuramente resterà uno dei suoi ritratti migliori. Una testimonianza della facilità dell’odio, della difficile convivenza e del rispetto.

Interpretato da un cast corale, il film si concentra sull’esplosione delle tensioni razziali di un quartiere di Brooklyn. Alla sua uscita suscitò molte polemiche. Per alcuni critici il film istigava i giovani afroamericani dei quartieri popolari alla rivolta. Nonostante questo, venne comunque candidato a due premi Oscar, per la migliore sceneggiatura originale e il miglior attore non protagonista.

Nella scena fanno da protagonista i brevi monologhi in camera che dicono tantissimo sugli stereotipi razzisti parlando direttamente con lo spettatore, interpellato senza filtri e mezzi termini.

La 25ªora (2002)

La 25ª ora (25th Hour) è un film del 2002 coprodotto e diretto da Spike Lee, tratto dal romanzo omonimo di David Benioff, autore anche della sceneggiatura.

Considerato uno dei migliori film di Spike Lee, venne presentato in concorso al Festival di Berlino. È uno dei primi film ambientati a New York dopo la tragedia dell’11 settembre 2001 e il primo a mostrare il sito di Ground Zero.

Fra le tante sequenze che tale pellicola ha regalato ce ne sono soprattutto due da segnalare, degne di nota. La prima è quella relativa al dialogo tra i due amici di Monty di fronte al cratere di Ground Zero:

“Cosa abbiamo fatto per impedirgli di rovinarsi?”

La seconda ritrae il viaggio in auto con il padre verso il carcere. Una speranza di ricominciare contrasta dalla consapevolezza che si tratti soltanto un di sogno.

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