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‘Argylle – La super spia’ – l’evoluzione della formula Kingsman

Una divertente e originale spy-story, dove realtà e menzogna creano un mix esplosivo di divertimento e azione

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A tre anni di distanza da The King’s Man – Le origini, Matthew Vaughn torna con un nuovo progetto: Argylle – La super spia. Sarà riuscito il creatore della serie Kingsman a mantenere le aspettative? Scopriamolo insieme.

Il film è su Apple Tv+.

Una premessa di rilievo

Nel parlare di Argylle – La super spia bisogna fare un’importante premessa. La sceneggiatura di Jason Fuchs è tratta dall’omonimo romanzo scritto da Elly Conway. Fin qui tutto normale, se non fosse che Elly Conway è lo pseudonimo di un autore/autrice non ancora identificato/a. La particolarità di tutto ciò non risiede tanto nel fatto in sé, quanto nello sfruttamento di Vaughndi questa situazione, andando a mescolare in modo molto intelligente il mondo reale e quello cinematografico.

Una narrazione interessante

Ma parliamo del film. Argylle – La super spia ci si presenta sin da subito come una spy-story non precisamente canonica. Il personaggio interpretato da Henry Cavill, Argylle appunto, non è la classica spia piena di fascino, anzi ci si presenta con un taglio di capelli imbarazzante che provoca subito le prime risate. Dopo la prima sequenza piena d’azione e con qualche riuscita intromissione comica si arriva ad un primo mini colpo di scena. Quello che abbiamo appena visto non corrisponde alla realtà ma è frutto dell’immaginazione di Elly Conway, scrittrice di successo che ha appena terminato il quarto capitolo di una serie di romanzi di spionaggio.

Elly ci viene presentata come una donna semplice, dedita al lavoro e al suo gatto, che vive in un quasi totale isolamento creativo, riprendendo un tema molto caro al cinema: quello dello scrittore isolato dal mondo. Gli unici contatti col mondo sembrano quelli con la madre, sua prima sostenitrice e  principale fonte di critiche costruttive.

Questi gli antefatti del film che inizialmente lasciano un po’ perplessi, ma subito arriva una svolta interessante. Durante un viaggio in treno, proprio per raggiungere la madre, Elly viene avvicinata da un presunto fan che si rivela una spia mandata per proteggerla da un organizzazione segreta che la sta cercando. In seguito sappiamo che tutto ciò che Elly ha scritto nei suoi libri si è dimostrato vero, e quello che la scrittrice credeva frutto della sua fantasia, in realtà sta accadendo nel mondo reale.

Una simpatica alchimia

Grazie a questo espediente narrativo, Argylle – La super spia ci si presenta come un mix riuscitissimo di azione, spionaggio e comicità. Vaughn, sulla falsariga della serie Kingsman, riesce a creare un perfetto mix di dinamiche che non mantengono sempre molto equilibrato il film, che oscilla tra adrenaliniche e ben fatte scene d’azione e sequenze che spingono su una comicità mai forzata e sempre ben bilanciata. Anche le sequenze di spionaggio sono ben congegnate e i colpi di scena che ne conseguono sono semplici, ma mai scontati. Tutto viene sostenuto da una regia pulita, ma al contempo originale, che presenta anche particolari movimenti di macchina che giocano un ruolo importante nell’economia della visione, aumentando il tasso di spettacolarità. Colonna sonora, fotografia e montaggio sono perfettamente integrati e mantengono perfettamente il tono scanzonato che l’opera trasmette sin dai primissimi minuti.

Non possono passare in secondo piano le interpretazioni. Anche solo la lettura del cast è una garanzia di successo. Bryce Dallas Howard, Henry Cavill, Sam Rockwell, Brian Cranston, Catherine O’Hara sono parte integrante dell’alchimia che Vaughn crea in Argylle – La super spia. Il regista londinese si riconferma un ottimo gestore di grandi stelle del cinema, mettendo tutti nelle condizioni più adatte per rendere al meglio.

Le note negative

Per trovare difetti in Argylle – La super spia bisogna, curiosamente, passare dalla prima scena al finale. Due, infatti, i problemi reali della pellicola che comunque non ne offuscano la riuscita generale: la CGI ed il finale. Per quanto riguarda la CGI purtroppo bisogna constatare un vero e proprio utilizzo pacchiano. Le scene, gli ambienti e i personaggi (il gattino Alfie) sono generati con una bassissima qualità, quasi superficialmente. Il finale, senza incappare in spoiler, risulta un po’ scontato ma con la speranza che i futuri film possano dare una sterzata da questo punto di vista.

In conclusione

Argylle – La super spia è un film ben fatto, ben interpretato e che sfrutta la spy-story in modo perfetto. L’ironia pungente strappa risate assicurate, e anche la storia, nella sua semplicità, è ben costruita. Le due ore in compagnia dei personaggi scorrono in maniera piacevole riducendo al minimo i tempi morti. Vaughn mescola ogni ingrediente con sapienza riuscendo a prendere una ricetta funzionante e ad evolverla in maniera piacevole. Il cast di stelle poi fa il resto con performance di assoluto livello che danno quello spunto in più.

Argylle – La super spia è prodotto da Apple Studios e Marv studios e la distribuzione italiana è affidata a Universal Pictures.

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