Bergman 100: la vita, i segreti, il genio. É da gustare tutto d’un fiato il doc su Chili dedicato a Ingmar Bergman, diretto da Jane Magnusosn. La cinquantacinquenne regista svedese lascia, infatti, che la narrazione si dipani dal 1957, anno nel quale l’infaticabile regista di Uppsala dirige i suoi due film più acclamati: Il settimo sigillo e Il posto delle fragole.
Bergman 100: la vita, i segreti, il genio. Un grave nevrotico e inguaribile infedele
Grazie a un mirabile intreccio di filmati di repertorio, interviste e scene di alcuni film diretti dal grande regista svedese, la regista mostra il lato nascosto di un uomo dilaniato da feroci dolori di stomaco, claustrofobico, affetto da disturbi alimentari e dalla sindrome delle gambe senza riposo.
Non meno caotica la sua vita sentimentale. Inguaribile infedele, padre di sei figli, avuti da cinque mogli diverse, Ingmar Bergman amava intrecciare relazioni passeggere con molte delle attrici da lui dirette. Grave ossessivo, con la mania del controllo, sempre preso dai ritmi frenetici del suo lavoro, tralasciava famiglia e figli, per dirigere film per il grande schermo, la televisione e il teatro.
Orgoglioso ed egocentrico, Bergman è descritto come un inguaribile bugiardo. Figlio di un severissimo pastore luterano, nel suo ultimo magnifico film, Fanny e Alexander (1982), in qualche modo autobiografico, lascia credere di essere stato frustrato dal padre, mentre, ad aver subito quella feroce punizione, di fatto, era stato Dag, il fratello maggiore di quattro anni, con il quale litigava spesso.
Bergman 100: la vita, i segreti, il genio. Un doc con interviste e bei filmati di repertorio
Non mancano le clamorose rivelazioni. Affascinato da Hitler, si addolorava per le sue sconfitte ma poi, anni dopo, in crisi per le posizioni assunte, dichiara che non si farà più coinvolgere dalla politica. Spiazzante, inoltre, questo aneddoto. Nel film Luci d’inverno, Bergman ritiene che Gunnar Bjornstrand, il protagonista, sia tropo allegro.
Chiede allora al suo medico di comunicare a Gunnar che soffre di una grave malattia e di prescrivergli dei farmaci. Da quel momento in poi, l’attore sul set appare spento e depresso, perfetto nell’interpretare un prete che ha perso la fede in Dio.
Un doc che non lesina di rendere i lati oscuri di uno dei più grandi registi della storia del cinema a che mostra, tra gli intervistati, oltre lo stesso Bergman, Liv Ullman, Barba Streisand, Elliot Gould, Lena Endre e Lars Von Trier.
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