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Focus Italia

‘L’altra via’ il calcio come antidoto alla solitudine

Nuove informazioni sull'opera prima di Saverio Cappiello

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L’altra via di Saverio Cappiello sarà disponibile nelle sale italiane 16 novembre. Il lungometraggio distribuito da Verso Features sceneggiato da Giuseppe Gallo, vede il giovane volto di Giuseppe Pacenza (per la prima volta sullo schermo) affiancato da Fausto Verginelli.

Nel cast presenti anche Vera Dragone, Mimmo Mancini, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi, Giovanni Galati, Pino Torcasio, Maria Teresa Guzzo, segue la partecipazione straordinari del giornalista sportivo Francesco Repice nella voce delle radiocronache calcistiche del film.

Il poster ufficiale

L’altra via: Sinossi

Catanzaro anni ’90. Marcello è un giovanissimo calciatore con il sogno di diventare un campione, per cambiare la sua vita è quella della sua amata madre Teresa. Andrea invece è una vero è propria leggenda del calcio provinciale, nonché capitano dell’U.S Collidoro, ovvero la squadra di cui Marcello è un grande tifoso. Dopo varie vicissitudini i due finiranno per fare amicizia, il ragazzino da una parte troverà finalmente la figura paterna, da sempre assente, mentre il calciatore ritroverà il piacere ludico e la leggerezza di giocare a calcio, lontano sporche dinamiche che infettano il calcio di periferia.

La presenza di Io non piango di Franco Califano spicca all’interno della colonna sonora del lungometraggio.

Le dichiarazioni del regista

Saverio Cappiello a proposito della suo opera prima dichiara:

“Leggendo la sceneggiatura sono rimasto colpito da un racconto assai vivido, delicato nelle tematiche, ricco di sfumature e immediato nei sentimenti che mi generavano un’immersione totale nei vari momenti rievocati, molte scene del film mi sono sembrate una rielaborazione di cose che sono successe a me o a persone che conosco”

E ancora:

“Mi era piaciuto tanto il confronto tra un ragazzino in corsa per diventare adulto e un adulto che aveva bisogno di quel ragazzo per tornare a una sana pratica del vivere. Andrea e Marcello rappresentavano due solitudini bisognose di solidarietà. Entrambi comunque non eravamo interessati a fare un film autobiografico, e insieme abbiamo voluto raccontare una storia di amicizia in cui realtà e finzione si intrecciano liberamente, traducendo i ricordi, gli accadimenti e le atmosfere della storia attraverso una dimensione realistica, disseminata di aspetti onirici, che potessero appartenere a tutti”.

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