In concorso nella sezione cortometraggi del Puglia Show, L’Eroe degli Antieroi di Andrea Di Salvatore prodotto da Kono Film e Nauta Studio. Girato tra una sartoria e un cinema in provincia di Brindisi, è interpretato da Gino Cesaria Antonio De Nitto nei ruoli principali. D.o.p Paco Maddalena, già assistente alla fotografia di Paolo Sorrentino.
Padre e Figlio, la vita che si fa sogno
Uno dei cortometraggi più interessanti del Festival del Cinema Europeo è L’Eroe degli Antieroi. Le sue velleità sono ben evidenti dalla scena iniziale. Un sofisticato piano-sequenza con sottofondo di musica jazz che accompagna le due figure protagoniste del short movie. Una discussione, un litigio tra padre e figlio che diventa lo scenario del sogno a cui tende il giovane protagonista, e le catene della realtà nelle quali è impiantato il genitore. Sono da subito evidenti il contrasto e contraltare a cui il corto tende.
Mettere in luce due figure rappresentative della costrizione a cui l’artista è costretto a sottostare, e di quel volo a cui il suo cuore puro vuole pretendere. La crisi paventata dell’azienda di famiglia, la sartoria, unita al ricordo della madre fuggita proprio in virtù di quella gabbia, costruiscono in L’Eroe degli Antieroi un primo atto di ribellione, di non detto. E di due visioni del mondo differenti e inconciliabili.
L’artista oltre l’ostacolo – L’Eroe degli Antieroi
Se i riferimenti del corto si spingono da Martin Scorsese fino a Damien Chazelle, L’Eroe degli Antieroi dà forma alla voce originale di Di Salvatore in una storia che segue due parallelismi. Una notte dove padre e figlio affrontano la propria esistenza diversamente. Il cinema è il luogo dell’incontro fortuito tra il ragazzo sognatore e una sconosciuta spettatrice, vista di rado qualche volta. È qui che Di Salvatore plasma la sua visione. Uno sguardo che mischiando lo straniamento di Travis di Taxi Driver e la magia del Sebastian di La La Land, dà forma e sostanza al viaggio del sogno.
Perché il cinema per l’eroe sognatore è il mezzo per dar vita al suo desiderio artistico di comunicare qualcosa e sentirsi vivo. Il mito romantico a cui dà vita con la ragazza mentre la pellicola del cinema brucia come il suo desiderio, è il bisogno dell’artista di esprimere la propria voce. E quell’idea dello spettacolo teatrale sopita e respinta dal padre. Il figlio non capito e rinchiuso nell’azienda di famiglia vuole sentire il cuore palpitare. E il palco di L’Eroe degli Antieroi diventa il non luogo senza tempo e senza spazio in cui dar sfogo e autentificazione all’arte e alla sua rivendicazione.
L’Eroe degli Antieroi : un’opera toccante e intima
Il padre rinchiuso nella sua sartoria a lavorare tutta la notte e un figlio che vuole spiccare il volo e costruire la sua voce. Proprio come fa Andrea Di Salvatore con L’Eroe degli Antieroi. In un’opera visionaria e tragica in un finale in cui il sogno di essere artista, viaggia aldilà del corpo e nel destino. Riconciliando padre e figlio nel sogno agrodolce dell’inevitabile affermazione dell’arte.