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SICILIAMBIENTE FILM FESTIVAL

‘La ricomparsa delle lucciole’ La malinconia del tempo

La recensione dell'opera prima di Cristiano Giamporcaro presentata al SiciliAmbiente Film Festival

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La ricomparsa delle lucciole scritto, diretto e montato da Cristiano Giamporcaro, prodotto dal Centro sperimentale di cinematografia (sede Sicilia) è stato presentato in concorso internazionale al SiciliAmbiente Film Festival.

Il mediometraggio vede i volti di Giorgio Chichi, Francesco Nantista e Mario Chichi.

La ricomparsa delle lucciole: Sinossi

Giorgio, bambino di dieci anni, è affascinato da una fiaba sulle lucciole che ha sentito. Il ragazzino decide di rincorrere questa sua suggestione esplorando l’entroterra rurale siciliano, un paesaggio fortemente segnato dal passaggio dell’uomo e dal progresso della società industriale. Nello stesso territorio vive un anziano pastore di ottantasei anni impegnato nel svolgere tutte le attività che gli permettono il suo seppur misero sostentamento e quindi la sua stessa sopravvivenza.

La malinconica poetica del tempo

La ricomparsa delle lucciole non è un semplicemente l’ennesimo cortometraggio sul rapporto uomo-natura, ma è molto di più. L’opera infatti può essere intesa, da un punto di vista filosofico, come un interessante discorso visivo, dalla forte essenza poetica, incentrato sul concetto di tempo in relazione allo spazio; quest’ultimo inteso anche come habitus umano. Ma su cosa riflette esattamente il film? Quale messaggio intende trasmettere? A quale pensiero o paradigma filosofico si inspira?

Il lavoro certamente autoriale di Cristiano Giamporcaro sembra allinearsi al pensiero del celebre filosofo Marc Augé, in particolar modo al suo Il senso del tempo e l’inerente patrimonio teorico lasciato da questo illuminante scritto. In estrema sintesi, semplificando, l’intellettuale francese determina in relazione al concetto di tempo e di tempo storico la differenza tra le macerie e le rovine. Le prime sono una manifestazione dell’azione distruttrice della storia, le seconde (presenti nell’opera) invece sono testimonianza del tempo puro ma anche del rapporto tra uomo e natura, ove quest’ultima si riappropria dei suoi elementi che l’uomo le ha precedente sottratto, chiudendo un ciclo.

La rappresentazione del ciclo

Tramite la regia, prevalentemente da statici campi lunghi, e la notevole fotografia, il regista sembra suggerire l’assenza di qualcosa o di qualcuno lasciata dalla chiusura del ciclo precedentemente accennato. Si pensi ad esempio al concetto di “anni luce”, espresso nel mediometraggio in maniera deliziosamente lirica, che si fa quindi sinonimo del peso inevitabile della mancanza da una parte e della persistenza immutabile del ricordo. Non a caso l’opera si chiude con la dedica “A Roberto non manchi mai qui né in nessun tempo” come se la pellicola fosse una speranza incarnata.

Il concetto di ciclo può essere proiettato non solo sul paesaggio ma anche sull’essere umano. I personaggi del bambino e dell’anziano possono sovrapporsi facendosi analogia dell’inizio e del fine ovvero, in altre parole del ciclo di vita umano.

Marc Augé (1935- 2023)

La ricomparsa delle lucciole

  • Anno: 2023
  • Durata: 32'
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Cristiano Giamporcaro

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