‘Suro’: un film sulle scorze che rivestono l’anima

In Suro di Mikel Gurrea, in concorso al Festival del cinema spagnolo e latino americano, Ivan (Pol Lopez) ed Helena (Vicky Luengo), in dolce attesa, vanno a vivere in un bosco che era di una zia di lei. La casa va ristrutturata, ma  intorno ci sono alberi di sughero che valgono una fortuna.

La coppia si affida a Maurici che, con la sua squadra, sa come scuoiare la corteccia dagli alberi e sfruttarli di anno in anno. Ivan affianca i boscaioli e, cuore tenero, fa amicizia con Chema, uno di più anziani, e con Karim, un diciottenne algerino, che accoglie in casa.

Sempre più immerso nel lavoro, Ivan trascura Helena, che passa le giornate a ripristinare un vecchio serbatoio d’acqua, utile in caso d’incendio, e a progettare come ristrutturare casa. Con il passare dei giorni le liti tra Ivan e la moglie aumentano, anche perché lui pensa solo ad estrarre più sughero possibile.

Karim è ritenuto responsabile di un incidente, che causa la perdita delle dita di una mano di Chema. La tensione sale alle stelle; picchiato, é costretto ad andar via senza essere pagato. Nel finale, l’incendio  devasta il bosco.

Suro: in catalano significa tappo di sughero

Ha stoffa Mikel Gurrea e lo dimostra questo film che sembra proporre due storie in parallelo:  quella dei boscaioli, che svestono gli alberi delle loro cortecce, e  quella dei protagonisti che, dapprima, sembrano i fidanzatini di Peynet, poi, nel corso della narrazione, mutano pelle, come gli alberi del bosco.

Nelle prime battute Helena appare una donna indurita dalla gravidanza e non condivide la scelta di Ivan di accogliere in casa uno sconosciuto. Nel corso della narrazione, Ivan mostra però il suo vero volto e diventa cinico e spietato. Sarà Helena a prendere, invano, le difese di Karim.

Il film sarebbe stato certamente più intenso se il regista, invece di insistere nel mostrare i boscaioli al lavoro, avesse descritto maggiormente l’incendio che cova all’interno della coppia. Gurrea apre e chiude il film con un ballo; nelle prime battute Helena mostra tutta la sua sensualità; sul finale, la sua disperazione,

Nonostante l’epilogo frettoloso, non mancano i momenti poetici; il tenero asinello della loro tenuta, sentendosi solo, infatti, si lascia morire di fame.

‘Cinco lobitos’: quando la vita ti soffoca e ti travolge