IL BRUCO
di Edogawa Ranpo/Suehiro Maruo
Edizioni COCONICO/FANDANGO
Ci siamo occupati spesso e volentieri di Koji Wakamatsu sulle pagine di Taxi. L’occasione dei suoi ultimi film a Cannes e Venezia ci permettono di dire che colui che nei ’70 fu definito il Padrino del Pinku Eiga, definizione quantomeno restrittiva a ben vedere i contenuti della sua filmografia, è ancora attivo e fa parlare di sé. Questa interessante pubblicazione a fumetti della Coconico, con il tocco raffinato di Suehiro Maruo, ripropone la storia che Wakamatsu aveva presentato in uno dei suoi ultimi capolavori, Caterpillar, ovvero quel racconto Imomushi scritto dal genio oscuro di Edogawa Ranpo, tra i più grandi talenti della letteratura giapponese. La storia è di per sé sconvolgente. Un soldato torna dilaniato dalla prima guerra sino-nipponica, privo di braccia, gambe,sfigurato e sordo-muto. Dovere della moglie è accudirlo come l’eroe di guerra che è, ma la relazione diventa un abisso sempre più morboso.
Se Wakamatsu era interessato principalmente all’aspetto universalizzante della politica belligerante che nell’infamia del Dio della Guerra diviene miseria umana, il fumetto della Coconico è estremamente elegante anche se fortissimo, quasi inguardabile per la sua potenza visiva, e permeato sul ripudio e sull’attrazione sessuale tra le due parti. Protagonista è sempre la moglie devota, che qui si produce esplicitamente in atti di libido per il marito, arrivando perfino ad infilarsi una banana nella vagina per custodirla e poi darla in pasto all’immondo bruco che vive con lei.
I toni sono esponenzialmente più tragici e mortali. La differenza sostanziale è che verso il finale la donna accieca il marito, privandolo anche dell’ultimo senso disponibile e facendolo sprofondare nel nulla. Questo permette all’autore di far divenire il finale più concettuale e, anche se ugualmente drammatico, meno realistico del baratro esposto da Wakamatsu. Il genio di Ranpo genera capolavori su qualsiasi mezzo e la proposta della Coconino ne è riprova.
Gianluigi Perrone