The Echo di Tatiana Huezo è l’ultimo documentario della regista salvadoregna, presentato nella retrospettiva dedicata al Festival dei Popoli di Firenze. Il film è prodotto da Radiola Films con Match Factory Productions e ZDF, ed è proiettato il 5 Novembre al Cinema La Compagnia.
Con sguardo rispettoso ma mai distante, Huezo omaggia una comunità isolata, la cui componente femminile si fa carico di tramandare i valori e la solidità dei rapporti umani. Appassionante spaccato di una dimensione naturale sospesa e lontana.
The Echo di Tatiana Huezo, la trama
Montse è ormai una donna e vorrebbe che la sua volontà e intraprendenza venissero rispettate in casa. Ma purtroppo la madre Luz ha bisogno di un’alleata mentre cresce lei e i suoi fratelli e sorelle; coltiva la terra torturata dal gelo e dalla siccità, e battaglia col marito che compare sporadicamente nei weekend. Montse sogna di cavalcare il suo cavallo, ma questa non è cosa da donne. Se non ogna di crescere, ora che la nonna li ha lasciati.
La vita nella valle di El Eco in Messico, procede con i ritmi delle stagioni, quelle maltrattate da un cambiamento climatico che ha reso anche l’essere umano più predatore di prima. In questo mondo dove si diventa adulti in fretta, non c’è modo neanche di sognare un’educazione. La cosa più di valore che rimane è il legame: con la terra, con le viscere, ma soprattutto con la comunità. Che quando si tratta di proteggere la valle, è capace di allearsi e scatenare un solido fronte comune.
Il viaggio di The Echo di Tatiana Huezo sembra sospeso in una galassia incredibilmente lontana, dove i suoni, gli orizzonti, i gesti, ritornano a tempi e modi ancestrali.
L’estasi pittorica della valle
Nella valle di El Eco, Tatiana Huezo non poteva che immortalare panorami soverchianti. La direzione alla fotografia, qui curata da Ernesto Pardo, è uno dei punti di forza del film. Che tuttavia utilizza questo linguaggio degli spazi con consapevolezza narrativa, giocando sul senso di libertà che anche nell’immensità pare non essere del tutto garantito.
La storia di queste bambine, di queste adolescenti, di questi giovani donne della comunità, passa dall’infanzia al mondo dei doveri e delle responsabilità con un salto a piedi pari. Pare che non ci sia il tempo di adattarsi gradualmente. I protagonisti, in queste sterminate valli dal verde intenso, sono dipinti a tonalità fredde, che sugli incarnati ambrati ha un effetto particolare.
La cura
È la caratteristica comune tra gli abitanti della comunità: si occupano l’uno dell’altro, tanto quanto si prendono cura degli animali e della terra che li ospita. La relazione con la nonna, l’anziana della famiglia, è sostanziale, quasi una metafora delle coccole e del rispetto che gli umani devono alla terra. In questa relazione, l’ascolto è essenziale.
Quando il decadimento della nonna diventa evidente, la traccia sonora si impone anche sul visuale, e la storia riceve alcuni importanti scossoni che fanno tremare l’indolenza nebbiosa della valle.
In tutto questo, gli uomini tendono a sparire. Anzi sembrano piuttosto un elemento destabilizzante, dal momento che tornano ogni tanto dalla città senza avere la piena consapevolezza della vita di fatiche di queste donne.
We should change role, so we appreciate better other’s work.
Eppure, quando l’anziana muore, tutti si raccolgono in preghiera, e il corteo si fa un’unica voce. Così come quando la capra è sacrificata: la vita prima di tutto, rispettata e glorificata quando abbandona la terra.
L’arte della Huezo
The Echo di Tatiana Huezo è un prodotto ammirevole che lascia intendere una costanza scrupolosa nella documentazione, una paziente registrazione di queste vite, senza giudizio. Una conferma di questa grande cineasta che della sua certosina capacità di osservazione e ammirazione delle dinamiche della terra e degli agricoltori, ha al momento fatto il suo tratto distintivo. Per questo si suggerisce la visione del precedente Prayers For The Stolen in programma al Festival dei Popoli il 6 novembre.
The Echo di Tatiana Huezo un documentario da ammirare in totale ascolto e accoglienza: spazio, pioggia, eco, verde, cura.