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FESTIVAL DI CINEMA

Presentato alla quinta edizione del Fiuggi Family Festival “October baby” di Andrew e Jon Erwin

Presentato presso la quinta edizione del Fiuggi Family Festival dopo aver riscosso un inaspettato successo in America, “October baby” di Andrew e Jon Erwin affronta la sempre spinosa tematica dell’interruzione di gravidanza

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La poco più che esordiente Rachel Hendrix concede anima e corpo alla diciannovenne Hannah, la quale viene a conoscenza di una terribile verità: lei non sarebbe mai dovuta nascere, in quanto frutto di un aborto non riuscito.

Presentato presso la quinta edizione del Fiuggi Family Festival dopo aver riscosso un inaspettato successo in America, October baby di Andrew e Jon Erwin affronta la sempre spinosa tematica dell’interruzione di gravidanza, portando la protagonista prima a scoprire di essere stata adottata, poi a spingersi in una decisa ricerca della madre biologica.

Una tematica che, cinematograficamente parlando, ricordiamo negli ultimi anni soprattutto perché sfruttata nel già cult Juno (2007) di Jason Reitman; pellicola, comunque, del tutto diversa da questa, che non punta affatto alla commedia.

Con Jason Burkey nei panni del fidanzato della ragazza e il veterano John Schneider di Lake placid 2-Il terrore continua (2007) in quelli del padre di lei, infatti, i circa 107 minuti di visione – a quanto pare ispirati alla vera esperienza della Gianna Jessen che canta anche la colonna sonora del film – mirano in maniera evidente ad accentuare il loro lato drammatico, nonostante l’avvio che rischia di portare lo spettatore a pensare di trovarsi dinanzi a un prodotto “leggero” e spensierato.

Del resto, man mano che entrano in scena sia la televisiva Jasmine Guy che un sacerdote cattolico impegnato a implorare il perdono della mammadi Hannah, l’errore più grande che i due registi commettono è proprio quello di ricorrere a un taglio generale che risulta piuttosto indeciso, non poche volte propenso a tirare in ballo momenti da melenso videoclip.

Tanto che, se all’inizio il look da serial alla Dawson’s creek può risultare a suo modo piacevole, l’eccessiva presenza di canzoni da brutto teen-movie per ragazze finisce a lungo andare per penalizzare e rendere insopportabilmente fiacco quello che, nonostante tutto, riesce a trasmettere l’importante messaggio pro-life.

Francesco Lomuscio

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