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Festival di Roma

Isabella Rossellini riceve il Premio alla Carriera alla Festa del Cinema di Roma

La splendida masterclass di Isabella Rossellini durante il ritiro del Premio alla Carriera alla Festa del Cinema di Roma.

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A 71 anni, Isabella Rossellini mantiene il suo sguardo curioso sul mondo e parla della sua vita con una naturalezza sorprendente.

Figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, due nomi che fanno tremare i polsi per la loro grandezza, è stata sposata con Martin Scorsese e, successivamente alla loro separazione, è stata legata al regista americano David Lynch.

Attrice, regista, modella, etologa, vive nella Mama Farm, una gigantesca fattoria interamente biologica a Brookhaven, località di Long Island, a cento chilometri da New York.

Mama Farm è una azienda fondata insieme alla figlia Elettra Wiedermann la cui mission è promuovere un rapporto autentico e rispettoso con la natura e gli animali.

Ama definirsi una contadina e la sua semplicità ha stregato il mondo.

Ieri, Alice Rohrwacher è stata chiamata insieme a Renzo Arbore per consegnarle il premio alla carriera. La regista italiana, una delle tante persone rimaste incantate dall’attrice, l’ha diretta nel suo film La chimera.

Il discorso di Alice Rohrwacher

Cara Isabella,

quanta festa in questo nome.  I tuoi genitori erano sulla bocca di tutti: maestri, scandalosi, esemplari. Ma a conoscerti, tutto questo non sembra essere stato un peso per te o una condanna. Standoti accanto sembra che tu l’abbia vissuta come una meravigliosa coincidenza.

Sei nata: questo è quello che ti interessa, la vita nel suo manifestarsi. Sei abituata a condividere, da subito, tante cose sin da quando eri solo due cellule hai condiviso la pancia della mamma con tua sorella, splendida, Ingrid.

Hai condiviso i tuoi genitori con tutti noi, con un intero popolo. Hai condiviso con il mondo la tua scanzonata, lunare bellezza e hai mantenuto lo spirito, curioso leggero e libero.

È la vita che ti interessa, cara Isabella, la vita nel suo fluire, nella sua metamorfosi. La metamorfosi che dal seme germoglia, del corpo che muta, la metamorfosi dei riccetti di lana delle tue pecore che diventano dei maglioni che tu fai.

Siamo portati a pensare che le icone siano qualcosa di fisso e mummificato. Ecco, tu ci racconti e ci dimostri il contrario.

Si può essere un’icona senza rinunciare a essere vivi.

La presentazione di Isabella Rossellini

“Queste tre persone che sono qui con me adesso, sono miei maestri di vita.

Ho iniziato a lavorare con Renzo Arbore che mi ha insegnato la grazia e l’allegria e ne ho sempre fatto un motivo di vita. Come dico sempre, la curiosità è il mio motore e le risate sono il carburante. Questo l’ho imparato da Renzo Arbore, da Luciano de Crescenzo e da Marisa Laurito.

Alice Rohrwacher, con cui ho fatto il mio film in Italia; era da tanto che volevo tornare a lavorare qui con questa meravigliosa regista con cui condividiamo tante cose: l’amore per la natura, la paura per l’ambiente, l’amore per la cultura contadina.

E poi Farinelli, che ammiro da tantissimo. Ha restaurato il cinema dei miei genitori, ma in generale ha restaurato il cinema e me lo ha fatto conoscere, ed è stato per me una grande ispirazione, e adesso che faccio la masterclass vedrete quanto Farinelli ha a che fare con me.

Un premio a Roma, la città in cui sono nata ed in più una lupa, la cosa che preferisco al mondo: gli animali!

La masterclass

Dopo questa affettuosissima presentazione, Isabella Rossellini si è seduta da sola sul palco, ha messo a nudo il suo cuore, iniziando uno di più belli, intimi e leggeri racconti mai fatti alla Festa del Cinema di Roma.

Sentirla parlare di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman come papà e mamma è stato quasi surreale: parole accompagnate da immagini e video, alcuni dei quali personali ed inediti, come quello, toccante e bellissimo, in cui la Bergman la tiene in braccio insieme alla sorella gemella, con un agnellino, lasciandole giocare senza paura. Isabella sottolinea l’amore della mamma per gli animali e per la natura come un qualcosa che le è stato direttamente trasmesso.

Poi mostra la scena più celebre di Roma città aperta in cui Anna Magnani viene uccisa e la commenta così

“I film di mio padre sono stati molto influenti ma di poco botteghino, questa è una scena che continua a stringermi il cuore, ogni volta che lo vedo”.

Con un registro sempre ironico e leggero, la Rossellini ha letteralmente accompagnato per mano i presenti in sala all’interno della sua vita.

“Adesso vi racconto come sono diventata una regista, non da adulta ma da vecchia”.

Così ha parlato del suo incontro con il regista Guy Maddin, una figura fondamentale nel suo percorso artistico, con il quale ha realizzato My dad is turning 100 years old per celebrare il centenario dalla nascita di Roberto Rossellini.

Isabella continua:

“Ho fatto un film con Guy, La canzone più triste del mondo, che è stato il mio primo passo verso la regia. Nel 2006 si stava avvicinando l’anniversario dei 100 anni di papà e volevo celebrarlo con la mia voce.

Ho scritto la sceneggiatura e co-diretto Mio papà ha 100 anni. Maddin ebbe l’idea di farmi interpretare tutti i personaggi del film, da Federico Fellini a mia madre.

Mantenendo il presupposto di condurre la masterclass come un racconto personale, ha parlato della sua passione fin da bambina per gli animali e di quanto i libri di Konrad Lorenz l’avessero influenzata, fino al coronamento del sogno: laurearsi in etologia.

“Ad un certo punto della mia vita la maison Lancôme non ha rinnovato il mio contratto e i dirigenti, con molto poco tatto, mi hanno detto che la pubblicità rappresenta il sogno e io non lo rappresentavo più. Per questo motivo, non mi sono persa d’animo e a 42 anni mi sono iscritta all’Università per laurearmi in etologia. Mio papà da bambina mi aveva regalato il libro di Konrad Lorenz L’anello di Re Salomone e sono rimasta fulminata! Sapevo da quel momento che sarei diventata etologa”.

La carriera nella moda

Non poteva mancare un passaggio sulla sua grande carriera nel mondo della moda, nata quasi per caso con uno scatto fatto da Bruce Weber, per arrivare poi a 39 copertine su Vogue ed oltre 500 sui vari giornali di moda nel mondo.

Poi, l’incontro con il grande fotografo americano Richard Avedon, che dopo tante fotografie per le riviste di moda la convince a diventare un’attrice.

Le tue labbra ricordano quelle delle dive del muto” , le diceva sempre per incoraggiarla a compiere il primo passo nel mondo del cinema.

Scorrono le immagini di La morte ti fa bella:

“In quel film consegno la pozione dell’eterna giovinezza a Meryl Streep. Proposi a Robert Zemeckis che potevo essere la persona più adatta per quel personaggio, visto che facevo le pubblicità antirughe. Per un mese non l’ho più sentito, poi mi ha chiamato dicendomi aveva scelto me per quel ruolo e mi sono divertita tantissimo”.

L’applauso più grande scatta però sulle immagini di Cuore Selvaggio:

Per interpretare Perdida Durango ho suggerito a David Lynch un look “alla Frida Kahlo” perché Perdida doveva essere sensuale, attraente e ripugnante allo stesso tempo, con i capelli biondi e la ricrescita nera, e tutto questo per me è sempre presente nei suoi quadri, che poi sono quasi sempre autoritratti dove coesistono queste emozioni contrastanti; avevo proposto a David anche i baffetti ma non è stato d’accordo”.

Racconta infine anche delle sue disabilità e di come sia riuscita a superarle, trasformandole in un’arma, come la grave scoliosi che le è costata due interventi molto delicati:

“Dopo tutte le mie operazioni fatte alla schiena, non voglio infliggermi altro  dolore a causa delle chirurgia estetica. Però non sono contraria, penso che ogni persona sia libera di utilizzarla, ma anche io voglio sentirmi libera di mostrare le mie rughe”.

Il suo racconto splendido termina con un saluto che non ammette repliche: dolce e deciso come lo è Isabella Rossellini.

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