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Un tris di commedie americane anni ’80 per Koch

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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L’attivissima Koch Media, il cui catalogo si è recentemente arricchito con titoli non poco interessanti per qualsiasi amante della celluloide di genere che possa definirsi tale, dal fantascientifico Alien nation (1988) di Graham Baker al violentissimo I spit on your grave (2010) di Steven R. Monroe, pare stia manifestando particolare interesse nei confronti della riscoperta su supporto digitale di non troppo celebrate commedie a stelle e strisce risalenti al mitico decennio degli anni Ottanta.

Infatti, dopo aver reso disponibile su dvd il piacevole Licenza di guida (1988) di Greg Beeman, interpretato da CoreyI GooniesFeldman e il compianto Corey Haim, provvede a lanciare tre “leggerissimi” titoli quasi dimenticati; a partire da Io, Willie e Phil (1980) di Paul Mazursky.

Trattasi di una vicenda che parte dalle figure dell’insegnante ebreo Willie e del fotografo di moda di origini italiane Phil, i quali, rispettivamente con le fattezze di Michael Ontkean e Ray Sharkey, prima si conoscono dopo una visione cinematografica di Jules et Jim (1962), poi incontrano a Central Park Jeanette alias Margot Kidder, ragazza approdata dalla provincia a New York in cerca di fortuna.

Una vicenda, quindi, che del citato capolavoro di François Truffaut fa un vero e proprio punto di riferimento; man mano che il “ménage à trois” messo in piedi dai protagonisti si sviluppa fino alle inevitabili ripercussioni e che una regia piuttosto classica – corredata perfino di voce narrante – costruisce su lenti ritmi di narrazione un elaborato ancora lontano da quelli che, in seguito, sarebbero divenuti gli stilemi della frizzante e colorata commedia del periodo reaganiano.

Stilemi spesso destinati a sfociare nel demenziale, come avviene in Scuola guida (1985) di Neal Israel, secondo titolo del trittico Koch.

Del resto, con un cast comprendente una non ancora famosa Jennifer Tilly, stiamo parlando di uno dei primi lungometraggi diretti dallo sceneggiatore del super classico Scuola di polizia (1984), qui impegnato a orchestrare i circa ottantasei divertenti minuti di visione tra gag da barzelletta, equivoci basati sul doppio senso e le assurde imprese della signora Houk, ovvero Nedra Volz.

Soltanto la prima del manipolo di bizzarri personaggi destinati a circondare l’ambizioso poliziotto stradale Halik, con il volto di  James Keach, il quale si vede costretto a ritirare patente e automobile alle numerose persone che commettono infrazioni sulle strade di Los Angeles; senza immaginare, però, di trovarsi assegnato il compito di rieducarli… impresa tutt’altro che facile.

E concludiamo con Due di troppo (1989) di Will Mackenzie, il cui protagonista è il Mark Harmon oggi adorato dai seguaci del piccolo schermo per la serie N.C.I.S.-Unità anticrimine.

Lo troviamo, infatti, nei panni del bel metereologo Taylor Worth, il quale finisce per peggiorare la sua già disastrosa vita sentimentale dal momento in cui decide di scommettere con i suoi amici di riuscire in tre mesi di tempo a fidanzarsi con tre diverse donne: Veronica, Erin ed Eleanor, rispettivamente interpretate dalla Madeleine Stowe de L’ultimo dei Mohicani (1992), dalla Maria Holvoe di Willow (1988) e dalla Leslie Ann Warren di Signori, il delitto è servito (1985).

Quindi, novantotto minuti (non novanta, come erroneamente riportato sulla fascetta del disco) sullo sfondo dello yuppismo, che, con la sequenza della festa di fidanzamento annoverabile tra le più spassose, non mancano di tirare in ballo – come c’era da aspettarsi – l’innamoramento e l’aspettato risvolto romantico, in questo caso sfruttato per fornire una indispensabile morale relativa al perdono.

Mentre si lasciano già intravedere elementi e tempi di quelle che, di lì a poco, sarebbero state le commedie del decennio successivo…

Francesco Lomuscio

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